Avrebbe chiesto un prestito all’addetta mensa per intercedere con il “superiore” ed evitarle il licenziamento. Il giudice monocratico Bianca Todaro ha condannato Maria Rosaria Taurino, 50 anni di San Cesario, alla pena di 4 anni. Non solo, è stato disposto il risarcimento del danno di 20mila euro in favore della vittima, una 56enne di Castrignano del Capo che si è costituita parte civile con l’avvocato Luca Puce.
L’imputata rispondeva dall’accusa di estorsione continuata. È assistita dal legale Francesca Erroi.
L’inchiesta
I fatti risalgono ad aprile del 2008. La Taurino, responsabile del reparto mensa dell’Ospedale di Gagliano del Capo, avrebbe convocato nella sua stanza la dipendente chiedendole un prestito di denaro. Soprattutto, avrebbe proferito la frase “o mi presti questi soldi o sei a rischio di licenziamento…se mi dai questi soldi, invece, ci penso io e non ti licenzia nessuno…”.
La donna, spaventata dal rischio di perdere il lavoro, accettò la richiesta. Entrambe si recarono a Lecce presso la sede di una finanziaria e la Taurino le fece firmare una serie di carte. Dopo qualche settimana, arrivò a casa dell’addetta mensa, l’assegno di circa 13.500 euro e in seguito la vittima versò il titolo su di un conto bancario.
La Taurino, inoltre, la rassicurò in ordine alla natura del prestito, dicendo che avrebbe provveduto a restituirle tutto, con regolare cadenza mensile. In realtà, l’unico suo accorgimento fu quello di aumentarle le ore di lavoro, così da lavorare di più e da guadagnare di più. Intanto, la dipendente continuò a pagare le singole rate che venivano trattenute direttamente dalla busta paga.
Solo in seguito decise di presentare denuncia. L’inchiesta venne archiviata per ben due volte, ma dopo l’opposizione presentata, attraverso il legale Luca Puce, il gip dispose l’imputazione coatta e la Taurino finì sotto processo per estorsione.