Si conclude con cinque lievi condanne il processo con rito abbreviato sull’aggressione ad un operaio, “reo” di avere rapinato una prostituta.
Il gup Simona Panzera ha inflitto la pena di 9 mesi a M.K, 45 anni; 4 mesi a N.B., 30 anni ed S.R. 31 anni (di origini bulgare ma domiciliati a Taviano), A.A. 44enne di Presicce ed A.M., 61 anni di Taviano. Il giudice ha però riqualificato il reato più grave di estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e condannato il solo M.K. anche per lesioni.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Raffaele Benfatto e Massimo Buggemi. Il giudice ha anche disposto un risarcimento del danno di 4mila euro in favore della vittima, un 34enne di Collepasso, che si era costituito parte civile con l’avvocato Giulia Bonsegna.
Invece, nei mesi scorsi, è arrivata la condanna per l’operaio accusato delle due rapine verso la prostituta. Il gup Marcello Rizzo, al termine dell’abbreviato, gli ha inflitto la pena di 4 anni, per i reati di rapina e lesioni personali aggravate.
Riguardo la ricostruzione dei fatti, tutto prende origine da due rapine subite da una giovane prostituta bulgara. L’autore era il 34enne di Collepasso che veniva poi denunciato. In data, 19 giugno del 2019, la vittima di rapina, insieme ai due connazionali, aspettavano l’operaio fuori dal luogo di lavoro. E poi, lo picchiavano e minacciavano, ordinanandogli di consegnare 10mila euro in contanti. Dopo un’intensa trattativa, l’operaio sarebbe riuscito ad ottenere la dilazione in due parti della somma richiesta, ma allo stesso tempo si rivolgeva agli agenti del Commissariato di Galatina. A quel punto scattava la ‘trappola’. L’uomo consegnava la prima parte di denaro – circa 500 euro – ai tre, ma subito dopo intervenivano i poliziotti che arrestavano in flagranza i bulgari.
Al termine del processo, come detto, è però caduta l’accusa di estorsione.