Morte di un 16enne di Taurisano, condannati cinque medici per omicidio colposo


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Arriva la condanna di cinque medici per la morte di un 16enne di Taurisano.

Il giudice monocratico Alessandra Sermarini della prima sezione penale ha condannato: A.E.S., G.N., S.C., R.D.M. e C.I. a 2 anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo. Il Tribunale ha comunque disposto la sospensione della pena per tutti. Gli imputati dovranno inoltre risarcire con una provvisionale di 60mila euro i genitori della vittima, parte civile con l’avvocato Massimo Fasano.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Stefano De Francesco, Ester Nemola, Mauro Marzano, Giovanni Bellisario, Andrea Rosafio, Stefano Orlando e Massimo Manera.

Il giudice ha invece assolto G. D.M. e G.C. Sono difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Corleto, Andrea Rosafio e Luigi Potenza.

Ricordiamo che erano finiti sul banco degli imputati: un medico dell’ambulanza ed una guardia medica (entrambi assolti), un operatore del pronto soccorso; due rianimatori, un internista e, infine, un neurologo dell’Ospedale “Ferrari” di Casarano.

Nel corso dell’udienza preliminare, il gup Stefano Sernia ha disposto il non luogo a procedere per il medico curante.

L’inchiesta

Le indagini presero il via da una denuncia dei genitori di Giuseppe Orlando.

Il ragazzo era portatore, fin dal primo anno di età, di una malattia congenita, il cosiddetto “acquedotto di Silvio”, una “derivazione ventricolo peritoneale”. Secondo il pubblico ministero Roberta Licci, un primo dottore dopo averlo visitato la mattina del 16 ottobre del 2014 presso l’abitazione (il ragazzo era stato colto da un malore a scuola), gli avrebbe prescritto alcuni accertamenti, senza specificarne la priorità e l’urgenza. Anche il medico di guardia, intervenuto poco dopo la mezzanotte del giorno successivo, avrebbe sottovalutato alcuni “segnali, quali nausea, cefalea e tremori e si sarebbe limitato ad un’iniezione di Plasil e a “raccomandare” l’assunzione di molta acqua.

Qualche ora dopo, poiché le condizioni di Orlando andarono peggiorando, sarebbe intervenuta un’ambulanza del 118. Il medico che lo visitò, secondo laccusa, avrebbe però sbagliato diagnosi, ordinando il ricovero presso il “Ferrari” di Casarano invece che al “Fazzi” di Lecce, dotato del reparto di Neurochirurgia.

Anche gli altri medici che lo avrebbero successivamente avuto in cura presso l’ospedale casaranese, non avrebbero agito nella giusta direzione. Orlando fu sottoposto ad una puntura lombare, presso il reparto di Rianimazione, ma il quadro clinico del ragazzo sarebbe ulteriormente peggiorato. Inoltre, secondo la Procura, la risonanza magnetica sarebbe stata eseguita con grave ritardo. Poche ore dopo, in data 18 ottobre del 2014, Giuseppe Orlando sarebbe morto a Lecce.

Una volta avvenuto il decesso del figlio, i genitori hanno dato il loro consenso all’espianto degli organi.