Coniugi Margilio aggrediti a colpi di bastone: arriva la condanna per i tre imputati


Condividi su

Sentenza di condanna per i presunti aggressori di Fabio Margilio, proprietario di varie case di riposo, e di sua moglie Alessandra Ruggeri. È l'esito della sentenza  emessa dal gup Carlo Cazzella, nel processo in abbreviato, sul presunto agguato dell'11 febbraio 2011 ai danni dei coniugi. Il gup Carlo Cazzella ha condannato alla pena di 2 anni e 4 mesi con con l'accusa di lesioni personali volontarie: il 46enne Giuseppe Calogiuri, di Galugnano, Vincenzo Franco, 47 anni (ritenuti gli autori materiali dell’aggressione) e Antonio Greco, di 57, (considerato il "mandante") entrambi di Caprarica di Lecce. Greco è stato assolto dall'accusa di violenza privata, tentata violenza privata, rivelazione di atti coperti da segreto di ufficio. Prima della sentenza hanno discusso i legali della difesa, gli avvocati Luigi Rella e Silvio Verri.
 
Nella scorsa udienza, invece, il sostituto procuratore Paola Guglielmi ha invocato una pena di 2 anni ed 8 mesi per il 46enne Giuseppe Calogiuri e per Vincenzo Franco, 47 anni (ritenuti gli autori materiali dell’aggressione), con l'accusa di lesioni personali volontarie e di 3 anni e 2 mesi Antonio Greco, di 57, (considerato il "mandante"), per lo stesso capo d'imputazione,( sempre a 2 anni ed 8 mesi) e violenza privata, tentata violenza privata, rivelazione di atti coperti da segreto di ufficio ( altri 6 mesi). Subito dopo avevano preso la parola i difensori di parte civile gli avvocati Amilcare Tana, Giuseppe Bonsegna e Carlo Chiuri per i coniugi, costituitisi parte civile, e gli avvocati  Luigi Covella e Gianni Gemma per alcuni imputati. Il gup ha disposto il pagamento di una provvisionale di 10 mila euro per Fabio Margilio e di 5 mila euro per Alessandra Ruggeri.
 
Il processo si è svolto a " colpi" di consulenze. Quella del biologo genetista forense Vincenzo Agostini di Pavia, nominato dal gip, avrebbe evidenziato alcune "tracce" di sangue riconducibili a Margilio; invece, le altre trovate sulla mascherina indossata da uno degli aggressori al momento della colluttazione, non apparterebbero a nessuno degli imputati, ma ad "un altro uomo". Nella parte centrale dell'oggetto" incriminato" però, sarebbero state individuate delle tracce miste (sangue e saliva); queste, invece, potrebbero appartenere ad uno degli imputati. 
 
La difesa, invece, aveva nominato come proprio consulente il noto biologo italiano ed ex colonnello dei carabinieri del Ris di Parma Luciano Garofano, presente la volta scorsa  in aula. Egli si è trovato d'accordo con il dr. Agostini riguardo alle tracce rilevate sul bordo. Invece, per ciò che concerne quelle "miste" centrali ha ritenuto che fossero degradate e forse neanche di natura salivare; comunque non potrebbero essere associate a nessuno degli imputati.
 
Ricordiamo che in una precedente udienza, il dr. Cazzella aveva incaricato il consulente tecnico Agostini di approfondire l’analisi genetica, rispetto alla relazione della polizia scientifica di Roma, secondo cui il"profilo" dell'uomo in possesso di una mascherina al momento della colluttazione non fosse compatibile con nessuno dei tre imputati. L’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Paola Guglielmi, riteneva che con quell'esame si potesse ricercare un profilo polimorfico più utile, grazie alla rilevazione di tracce miste (sangue e saliva). Per conto della persona offesa, era stato nominato nelle vesti di perito,  Giacoma Mongelli.
 
I coniugi Margilio furono vittima di una brutale aggressione nei pressi della casa situata in una traversa di via Vecchia Frigole. I due malviventi assalirono i coniugi con un bastone di ferro, ferendo gravemente alla testa l'uomo, mentre la moglie,con le sue urla attirò l'attenzione di due sue nipoti che stavano anch'esse rientrando in casa. I balordi fuggirono via, lasciando cadere per terra il bastone sporco di sangue e la mascherina con cui si erano coperti il viso.
 
Le indagini sono partite dalla denuncia della coppia e dalle dichiarazioni delle nipoti, uniche testimoni dell'aggressione e si sono soffermate sull'ambiente lavorativo dei Margilio, soci di maggioranza della società Ideass, che si occupa della gestione di alcune case di cura.

Un altro loro associato, Antonio Greco, aveva intrapreso per proprio conto un'attività analoga a quella svolta dalla Ideass intestandola a propri famigliari e per questo venne allontanato dalla società.