Chiesti oltre 60 anni di carcere nel processo “Febbre da cavallo” sulle presunte corse clandestine di cavalli dopati.
Il pubblico ministero Massimiliano Carducci ha invocato 4 anni e 6 mesi per Fabrizio Picca, 51 anni di Taviano, Salvatore Lezzi 66enne di Copertino e Giuseppe Luigi Olimpio 43 anni di Taviano. 5 anni per Salvatore Capone 54enne di Taurisano; 4 anni per Vincenzo Cosimo Astore 58 anni di Racale e Piero Alemanno 49 anni di Gallipoli; 3 anni e 6 mesi per Ettore Manni 53 anni, di Taurisano e Quintino Tamborrini 58 anni di Neviano; 3 anni nei confronti di Cosimo Ilario Picca 47enne di Taviano; Claudio Dell’Anna 55enne di Nardò; Nicola Zuccaro 77enne anch’egli di Nardò; Amato Luciano De Luca 62 anni di Scorrano; Cesare Gregorio Bruno 69 anni di Nardò; Amato Salvatore De Luca 65enne di Scorrano; Antonio Luigi Rinaldi 46 anni; 2 anni e 6 mesi per Filippo Schiavano, 35enne, Vito Salvatore Seclì 53 anni, di Taurisano e Luigi Rausa 47enne di Scorrano.
Rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di associazione a delinquere, maltrattamenti di animali e organizzazione di scommesse clandestine.
Il Ministero della Salute e la Onlus Horse Angels si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Mario Ciardo e Fabio Campese.
Il collegio difensivo è composto, dagli avvocati Biagio Palamà, Francesco Fasano, Giuseppe Bonsegna, Luigi Corvaglia, Dimitry Conte, Silvio Caroli, Vincenzo Del Prete, Sonia Santoro, Vincenzo Blandolino, Salvatore Bruno, Simona Carrozzo, Maria Greco, Luigi Greco, Pasquale Rocco Scorrano, Gerardo Carriero, Daniele Petracca, Stefano Stendardo e Giancarlo Vaglio.
Alcuni legali hanno già discusso nell’udienza odierna.
Nella prossima udienza, fissata per giugno, è prevista la sentenza dei giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Fabrizio Malagnino).
L’inchiesta
Le 18 persone, secondo la tesi dell’allora procuratore aggiunto Ennio Cillo titolare dell’inchiesta denominata “Febbre da cavallo”, avrebbero allestito un’associazione a delinquere per lo svolgimento illecito di corse di cavallo clandestine, su vari tracciati urbani che per l’occasione venivano interdette al traffico. La competizione, a cui prendevano parte “regolarmente” fantini e proprietari degli animali e che veniva filmata dalle telecamere, sarebbe stata preceduta da un’intensa attività di scommesse clandestine. Non solo, poiché i cavalli secondo l’accusa, venivano dopati con sostanze eccitanti.
Gli episodi contestati si sarebbero verificati in numerosi Comuni del centro e sud Salento, tra il marzo del 2011 e l’aprile dell’anno successivo.
L’inchiesta prese il via dalle indagini condotte dagli agenti di polizia e dal Corpo Forestale che fecero irruzione in una pista abusiva a Scorrano, dove era in corso una competizione clandestina con cinque cavalli da trotto. In seguito a quest’operazione, scattò il sequestro preventivo urgente della struttura e degli equini.