Aggredirono Soulemaine Diamoutene nel corso di un allenamento, per i suoi trascorsi calcistici con la maglia del Bari? Quest'oggi, dinanzi al collegio della seconda sezione penale (Presidente Roberto Tanisi ), sono stati ascoltati, in qualità di testimoni della difesa, celebri calciatori, allenatori e giornalisti, nell'ambito del processo che vede imputati 31 ultras.
Anzitutto, Luigi De Canio l'ex allenatore del Lecce nella stagione calcistica 2010/ 2011. In aula ha dichiarato che durante un allenamento, alcuni tifosi si sono avvicinati a Diamoutene dicendogli di togliersi la maglia, per alcune sue dichiarazioni ritenute offensive e non perché il difensore aveva indossato la maglia del Bari. Ad ogni modo, ha sottolineato il mister, non ci sarebbe stata alcuna aggressione fisica, ma solo verbale. Inoltre, l'esclusione di Diamoutene dalla rosa, sarebbe avvenuta semplicemente per scelta tecnica.
Sulla stessa lunghezza d'onda, le dichiarazioni dell'allora allenatore in seconda Roberto Rizzo, anch'egli ascoltato quest'oggi come teste della difesa. È stato sentito sull'episodio anche il giornalista Giuseppe Calvi che – ha riferito – non ricorda di allenamenti interrotti e di non essere mai stato destinatario di pressioni da parte degli ultras Lecce.
Oggi si è tenuto anche l'ascolto dell'ex calciatore del Lecce, Ernesto Xavier Chevanton su un altro episodio. In una telefonata, secondo l'accusa rappresentata dal pm Ennio Cillo, avrebbe fatto riferimento al ruolo di uno degli imputati, come capo della presunta organizzazione. Chevanton ha chiarito che la frase incriminata "Tu non comandi più", faceva riferimento al ruolo di coordinamento dei cori in curva.
La prossima udienza è stata fissata per il 17 luglio, quanto verranno ascoltati altri testimoni della difesa.
In una precedente udienza, invece, è stato ascoltato lo stesso Soulemaine Diamoutene, l'ex difensore di Lecce e Bari, il quale nelle vesti di "testimone dell'accusa" (assieme ad altre otto, persone tra cui alcuni poliziotti) è stato sentito in merito ad alcuni episodi di violenza sia verbale che fisica nei suoi confronti.
Il calciatore ha ribadito, quanto già affermato in una precedente querela, riguardo all'episodio avvenuto durante l'allenamento del Lecce, nella stagione calcistica 2010/ 2011; il difensore maliano ha raccontato che ad un certo punto della seduta, fu accerchiato da una decina di ultras, uno dei quali gli intimò, mettendogli le mani addosso, di togliersi la maglia, considerando i suoi trascorsi calcistici con il Bari (già all'epoca della querela, sentito dagli inquirenti disse che ad aggredirlo era stato un ragazzo magro sui 20-25 anni con una felpa). Inoltre egli ha riferito, come lo stesso gruppo di "pseudo-tifosi", si avvicinò al mister dell'epoca Gigi De Canio dicendogli chiaramente di non fare giocare più Diamoutene nelle gare "ufficiali" del Lecce, altrimenti "faremo casino". Sempre, l'ex calciatore del Lecce ha raccontato che, durante gli allenamenti precedenti, un gruppo di una cinquantina di Ultras gridò sugli spalti del campo di allenamento di Calimera "Sporco barese".
L'episodio fa parte del filone principale del processo che vede coinvolti una trentina di ultras del Lecce accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, per vari episodi di violenza registrati prima. Gli imputati sono assistiti tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Carlo Sariconi, Viola Messa, Anna Grazia Maraschio, Luigi e Roberto Rella, Carlo Reho,Stefano Prontera, Cosimo Castrignanò.