Diffamò il sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albano? Condannato l’ex primo cittadino Vito Foscarini


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Avrebbero offeso gravemente il sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albanoe altri componenti dell’amministrazione comunale. Il giudice monocratico Marcello Rizzo ha condannato per il reato di diffamazione l'ex sindaco Vito Foscarini , 69 anni di Porto Cesareo a 6 mesi di reclusione (pena sospesa). Così come, l'imprenditore Oronzo Paladini, 66 anni di Nardò, ma senza il beneficio della sospensione. Sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Vincenzo De Benedictis e Roberta Cofano.
  
Inoltre, i due imputati dovranno risarcire della somma di 20.000 a ciascuna delle parti civili. Si tratta del sindaco Salvatore Albano, Gigi Baldi, Antonio Basile e Cataldo Basile, assistiti dagli avvocati Giuseppe Romano e Mauro Calò.
  
Assolto, invece, Gianfranco Moscagiuri, 41 anni di Porto Cesareo, poiché il reato di diffamazione è stato derubricato in "ingiurie" e non più punito dalla legge. È assistito dagli avvocati Andrea Sambati e Maria Chiara Lorenzoni. Assoluzione anche per Felice Tumulo, 62 anni di Leverano, difeso da Elio Zecca. L'’altro imputato Luciano Miglietta, 67 anni di Leverano , difensore Enrico Cimmino, è stato già assolto con il rito abbreviato. 
  
Gli episodi si sarebbero verificati fino al dicembre del 2010, in occasione della campagna elettorale per il rinnovo della cariche amministrative. Secondo l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Ennio Cillo, Gianfranco Moscagiuri avrebbe attaccato in maniera ingiuriosa, durante un pubblico comizio nel 2010, Antonio Basile.
  
Vito Foscarini e Oronzo Paladini sarebbero gli autori dei volantini diffusi in paese e di un esposto anonimo indirizzato alla Procura di Lecce. Il sindaco Salvatore Albano veniva definito “malecarne, pupazzo alla mercè del lupo mannaro, incapace di svolgere il mestiere di medico e ancor meno quello di sindaco, fantoccio, beccamorto, guarda-porte”. Antonio Basile, era apostrofato “lupo mannaro con i baffi, mafioso, forcaiolo ed altro”. Gigi Baldi, “fannullone, estremista, incapace per sé stesso ed altro”. Infine, Cataldo Basile, definito “faccia da galera e anima da forcaiolo”.
  
Invece Tumulo (assoluto dal giudice) era accusato della diffusione in un bar di Leverano, assieme a Miglietta, del suddetto esposto anonimo, riguardante le modalità di gestione della cosa pubblica degli amministratori.