Si reca in ospedale per una visita di controllo a causa di uno stato di malessere. Viene dimessa e alcuni giorni dopo, scopre che il bimbo che aveva in grembo era oramai privo di vita.
La Procura ha aperto un’inchiesta, dopo l’esposto presentato da una giovane coppia leccese.
Il pm Roberta Licci ha intanto iscritto nel registro degli indagati i nominativi di due medici del Vito Fazzi. Si tratta di un atto dovuto, in vista dell’autopsia. E nella giornata di domani, verrà conferito l’incarico al medico legale Alberto Tortorella, supportato dal ginecologo Pantaleo Greco.
I difensori della giovane coppia, gli avvocati Marco Castelluzzo e Gregorio Fusco, potranno nominare un consulente di parte. Stesso discorso, per i due medici indagati che rispondono dell’ipotesi di reato di responsabilità colposa sanitario.
In base a quanto affermato nell’esposto dalla giovane coppia leccese, i fatti si sarebbero verificati a partire dal 6 maggio scorso. La partoriente che si trovava al nono mese e aveva avuto fino a quel momento una gravidanza regolare, si recava presso l’ospedale Vito Fazzi per una visita di controllo a causa di uno stato di malessere, come consigliato dal suo ginecologo di fiducia. Il tracciato avrebbe evidenziato un lieve rallentamento del battito cardiaco del bimbo, che non avrebbe destato particolare preoccupazione ai medici. La giovane donna veniva così dimessa senza la prescrizione di ulteriori controlli.
Il 20 maggio, la signora dopo essere stata visitata dal proprio ginecologo di fiducia, apprendeva che il bimbo che attendeva era oramai privo di vita.
A quel punto è scattata la denuncia. I legali della coppia chiedono alla Magistratura che sia fatta chiarezza su quanto accaduto il 6 maggio. In particolare, si domandano come mai sia stato deciso di non trattenere la partoriente in ospedale per un periodo di osservazione. E se magari fosse opportuno programmare il parto cesareo.
Tali risposte arriveranno dopo i necessari accertamenti autoptici.