Disposto il dissequestro patrimoniale per i De Lorenzis di Racale. Il provvedimento è stato emesso dal collegio della seconda sezione collegiale (Presidente Fabrizio Malagnino) sulla scorta di una consulenza tecnica. Si tratta di ben 51 beni riconducibili ai fratelli Pasquale Gennaro e Saverio.
Il perito, nei prossimi 90 giorni, depositerà gli esiti della consulenza in merito al sequestro dei beni aziendali.
Occorre ricordare che, nel maggio scorso, vennero posti i sigilli a diverse abitazioni, ad un castello a Racale, a una masseria, ed un albergo a Gallipoli. E poi vennero sequestrate società e conti correnti per un valore di 15 milioni di euro, riconducibili alla famiglia di imprenditori nel settore delle slot, De Lorenzis di Racale.
Tecnicamente, si è trattato di un sequestro patrimoniale anticipato, al termine di indagini eseguite dal nucleo Economico Finanziario della Guardia di Finanza e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. In particolare, erano stati sequestrati: 93 fabbricati (abitazioni, locali commerciali e garage), 33 terreni, 9 società di capitali ed una ditta individuale, 20 automezzi, saldi attivi riferiti a 40 fra depositi bancari e rapporti assicurativi nonchè quote societarie del valore di 450.000 euro.
Gli accertamenti avrebbero evidenziato una notevole sproporzione tra le dichiarazioni e il patrimonio accumulato.
I beni sequestrati sono riconducibili ai 4 fratelli De Lorenzis di Racale: Salvatore, Pasquale Gennaro, Saverio, Pietro Antonio e ad un presunto prestanome, Pompeo Caputo di Melissano. Il suddetto sequestro è parallelo a quello seguito all’operazione “Clean Game” culminata con 27 arresti e al sequestro di beni per 12 milioni di euro. Il provvedimento era però decaduto, poiché il Tribunale del Riesame non riconobbe la connotazione mafiosa all’associazione.
Il reato contestato era l’esercizio del gioco d’azzardo, attraverso l’alterazione di slot machine ed apparecchiature da intrattenimento
L’udienza di convalida
Intanto, nelle settimane scorse, durante l’udienza di convalida del sequestro di beni, il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi ha chiesto ed ottenuto dal collegio, di acquisire un verbale in cui verrebbero evidenziati i rapporti tra il neo collaboratore di giustizia Tommaso Montedoro e alcuni elementi della famiglia.
Il pentito, ascoltato in precedenza dagli inquirenti, avrebbe ammesso di conoscere Salvatore e Pietro De Lorenzis, dicendo di avere fatto alcuni acquisti di quadri assieme a loro, ma di non avere reinvestito i proventi di attività illecite nelle loro società.
Il collegio giudicante pur acquisendo il verbale, ha rigettato la richiesta di ascolto in aula di Montedoro.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assititi dagli avvocati: Salvatora De Lorenzis, Francesco Fasano, Gabriella Mastrolia, Francesco Paolo Sisto, Anna Grazia Maraschio, Luigi Covella, Francesco Zompì, Ladislao Massari.