Si conclude con ben cinque assoluzioni ed una condanna, il processo su due presunti episodi di malaffare aventi come epicentro il Consiglio Comunale di Squinzano.
Al termine del processo con rito abbreviato, il gup Toriello ha assolto: il boss squinzanese Antonio Pellegrino (la Procura ha invocato 2 anni); Lino Gabriele Lagalla imprenditore squinzanese, l’allora Presidente del Consiglio Comunale, Fernanda Metrangolo ed il figlio Carlo Marulli (rispettivamente zia e cugino di Lagalla ) e Roberto Schipa, all'epoca comandante della Polizia Municipale (chiesti 8 mesi). Condanna a 4 mesi (pena sospesa) per l’ex sindaco di Squinzano Gianni Marra (richiesta di 1 anno e 4 mesi).
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di abuso d’ufficio, corruzione in atti d’ufficio, falso ideologico e materiale. Tutti gli imputati risultavano già indagati nell’operazione “Vortice Dejà-vù”, ma la Procura decise di aprire un fascicolo a parte, incentrato sui presunti rapporti tra mafia e politica nel Comune di Squinzano. L'inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori Giuseppe Capoccia e Guglielmo Cataldi.
La Procura leccese sosteneva che Marra e Schipaa vrebbero agevolato il boss squinzanese Antonio Pellegrino ad ottenere un alloggio popolare, superando tutti in graduatoria. Ciò sarebbe avvenuto ‘grazie’ ad una relazione falsa redatta dal Comandante dei vigili urbani in cui si certificava che la mamma di Pellegrino, in cura presso il Centro di Igiene Mentale, viveva con il figlio in un condizioni disagevoli.
Gli inquirenti ritengono che l'allora Sindaco fosse a conoscenza di quale fosse la reale situazione e avesse così ‘requisito’ una delle case per darla a Pellegrino. L'ex Sindaco Gianni Marra è stato condannato per il solo reato di abuso d'ufficio ,ma l'accusa nei suoi confronti è stata ridimensionata dal giudice e anche la pena comminata è stata livellata verso il basso, rispetto alla richiesta della Procura. Il gup Toriello ha riconosciuto a Marra le attenuanti generiche e il beneficio della sospensione delle pena. L'ex Sindaco è stato comunque assolto per i reati di falso ideologico e materiale. Marra e Schipa hanno scelto di essere giudicati con l'abbreviato condizionato all'ascolto di alcuni testimoni. Questi sono difesi dagli avvocati Paolo Spalluto e Giuseppe De Luca.
In merito all'altro episodio, secondo la tesi della Procura, la Metrangolo, all’epoca Presidente del Consiglio Comunale, avrebbe fatto approvare dall’Assise una delibera che iscriveva come "fuori bilancio" il debito del nipote, consentendo così all’imprenditore di ottenere il denaro in poco tempo, per alcuni lavori eseguiti nel 2009. Lagalla, a sua volta, avrebbe "ringraziato" con una tangente da circa 2.500 euro, versata a Marulli.
Fernanda Metrangolo e Carlo Marulli sono difesi dall'avvocato Francesca Conte, mentre il boss squinzanese Antonio Pellegrino è assistito dall'avvocato Elvia Belmonte. I quattro hanno scelto l'abbreviato " secco".
Fernanda Metrangolo venne rimossa nell'aprile scorso dalla carica di consigliere comunale di Squinzano, a seguito del decreto a firmadel ministro dell’InternoAngelino Alfano. Una connivenza" mafiosa" fu rilevata durante la campagna elettorale delle elezioni del 26 e del 27 maggio del 2013. La relazione finita sul tavolo del ministro fa riferimento anche all’inchiesta sul l'abuso di ufficio di cui rispondono i cinque imputati.