Sarà processato con il rito ordinario in data 24 marzo 2016, Biagio Toma ritenuto l’autore materiale della spietata esecuzione della della piccola Angelica Pirtoli. Infatti, questa mattina il gup Vincenzo Brancato ha rinviato a giudizio il 46enne di Parabita. Toma dovrà presentarsi dinanzi ai giudici della Corte d'Assise presieduta dal dr. Roberto Tanisi. Nell'udienza scorsa, il difensore di Toma, l'avvocato Walter Zappatore aveva prodotto un certificato medico, con il quale attestava la propria impossibilità a presentarsi innanzi al giudice. Nei mesi precedenti, sia il Riesame che la Cassazione, avevano rigettato la richiesta di scarcerazione di Toma, presentata dal suo legale.
Invece, si celebrerà con il rito abbreviato in data 22 aprile, il processo a carico di Luigi De Matteis, l’omicida reo confesso di Paola Rizzello, la madre della piccola Angelica Pirtoli,anch'ella brutalmente assassinata 25 anni fa. La decisione è stata presa nell'udienza preliminare scorsa, sempre dinanzi al Gup Vincenzo Brancato, alla presenza del pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, al posto del titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia.
Quest'ultimo aveva già chiesto molti mesi fa, il rinvio a giudizio per i presunti responsabili del duplice efferato omicidio. Era naturalmente presente il difensore di Luigi De Matteis, l’avvocato Francesco Maria De Giorgi. Invece, nell'udienza del 11 settembre scorso, si erano costituiti parte civile e avevano formulato una richiesta dei danni di quasi un milione di euro, la sorella Marilena Rizzello, con l’avvocato Leonardo Marseglia; Maria Antonia Sabato, nel doppio ruolo di nonna e madre,tramite il difensore Serena Tempesta; Alessandro Pirtoli, come figlio e fratello,attraverso l’avvocato Emanuela Piscopo.
L'omicidio di Paola Rizzello, di 27 anni avvenne la sera del 20 marzo del 1991. La donna fu uccisa perché ritenuta una testimone scomoda e dunque un'intralcio alle attività del clan. La piccola Angelica, che era con lei quando fu ammazzata, rimase tutta la notte accanto al cadavere della madre, ma seppur ferita, sopravvisse. Il giorno dopo De Matteis e Toma, secondo l’ipotesi accusatoria, tornarono per sbarazzarsi definitivamente di quel corpicino. Quello che colpì maggiormente l'intera comunità salentina, fu certamente l'efferatezza di questa seconda "esecuzione";
Toma avrebbe preso la piccola per i piedi e successivamente l'avrebbe sbattuta contro un muro, senza alcuna pietà. Per il suo omicidio la Corte di Assise di Lecce il 26 marzo 2001 condannò all’ergastolo il capo clan Luigi Giannelli, la moglie Anna De Matteis ed un loro stretto collaboratore, Donato Mercuri. Invece, nonostante le indagini condotte dai carabinieri del Ros e le dichiarazioni di De Matteis, Toma ha continuato a ribadire la propria estraneità all'atroce omicidio.