Omicidio Greco, ergastolo anche in Appello per Marcello Padovano


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La Corte di Assise di Appello (Presidente Vincenzo Scardia) ha confermato la condanna all’ergastolo per Marcello Padovano, accusato dell’assassinio di Carmine Greco, detto Nenè. Accolta dunque la richiesta della Procura generale, avanzata in una precedente udienza dal  dr. Giampiero Nascimbeni. Il 55enne di Gallipoli, detto “Briocha”, risponde dell’accusa di omicidio volontario. Confermate anche le provvisionali di 100 mila euro a testa per la convivente e la figlia avuta da lei. La convivente di Nenè Greco, all’epoca dell’agguato mortale, si è costituita parte civile con il legale Silvio Giardiniero; così come la figlia, difesa dall’avvocato Guidi. I legali dell’altro imputato “Nico” Greco, gli avvocati Ladislao Massari e Mario Coppola, non hanno presentato ricorso in Appello. Intanto la condanna a 23 anni nei confronti del 44enne di Gallipoli è divenuta definitiva.

Il Primo Grado

Ricordiamo che, in primo grado, i giudici della Corte di Assise di Lecce (Presidente Pasquale  Sansonetti a latere Fabrizio Malagnino e giudici popolari) hanno inflitto la pena del carcere a vita a Marcello Padovano e 23 anni di reclusione a “Nico” Greco, al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Invece, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone aveva invocato il carcere a vita per Padovano e 28 anni per Greco, con l’accusa di concorso in omicidio volontario, considerati rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Carmine Greco, avvenuto il 13 agosto del 1990.

L’omicidio

Il delitto di Carmine “Nenè” Greco si consumò ben 27 anni fa.

Il giovane venne raggiunto da quattro colpi di pistola, alla periferia di Gallipoli davanti alla moglie e al figlio.

Gli investigatori ritennero fin da subito che si trattasse di un delitto di mafia. I vari protagonisti  sono stati sentiti nel corso delle varie udienze del processo. Mendolia ha confermato che Carmine Greco venne ucciso perché decise di “mettersi in proprio” nell’ambito dello spaccio di droga, dissociandosi dal clan. Pompeo Rosario Padovano, in videoconferenza, poiché detenuto nel carcere di Cuneo ha confermato che ad uccidere “materialmente” Carmine Greco erano stati Carmelo Mendolia e “Nico” Greco. Infine, sono stati sentiti i fratelli Marco Barba e Giuseppe, i quali hanno confermato alcune precedenti dichiarazioni.

È stato ascoltato anche l’imputato Nico Grecoche ha confessato di avere accompagnato in macchina il killer di suo cugino, ma senza sapere che Mendolia avesse intenzione di sparare per ucciderlo.

Al termine del primo processo, invece, furono emesse altre due condanne. Anzitutto, quella all’ergastolo, nei confronti del boss Pompeo Rosario Padovano come mandante del delitto; l’altra a 18 anni per Carmelo Mendolia.