Estorsioni ai danni dei lidi balneari? Chiesta condanna a 28 anni complessivi per famiglia di pastori


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Chiesti 28 anni di carcere per una famiglia di pastori, accusata di una serie di condotte estorsive ai danni dei lidi di Porto Cesareo.

Nell’udienza di oggi del processo con rito ordinario che si sta celebrando davanti ai giudici della prima sezione collegiale (presidente Annalisa de Benedictis), il pm Luigi Mastroniani ha invocato, al termine della requisitoria, la pena di 7 anni di reclusione per ciascuno dei quattro. Si tratta di Cosimo Emiliano, 80enne e dei figli Mario, 46enne; Luigi, 55enne e Alfredo, 56enne (tutti residenti a Porto Cesareo).

Rispondono dei reati di associazione a delinquere, estorsione aggravata e continuata (sia tentata che consumata), stalking, minacce, danneggiamento aggravato mediante incendi, invasione di terreni e occupazione abusiva di area demaniale marittima.

La sentenza è prevista il 4 maggio del 2026, al termine delle arringhe difensive degli avvocati. I quattro imputati sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Giancarlo Vaglio.

Gli Emiliano vennero arrestati nell’ottobre del 2018, al termine dell’operazione “Palude” condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e coordinata dal sostituto procuratore Luigi Mastroniani, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Simona Panzera. Attualmente sono tutti e quattro a piede libero.

Secondo l’accusa, dal 2008, i quattro, non solo avrebbero gestito abusivamente una vasta area di circa 5mila metri quadri tra Porto Cesareo e Torre Lapillo adibita a parcheggio, ma anche tentato di estendere l’attività di famiglia ai lidi adiacenti, il Togo Bay, il Bonavista e il Baron Beach (come emerso nel prosieguo delle indagini).

Gli Emiliano avrebbero messo in atto una serie di aggressioni, non soltanto nei confronti dei gestori di lidi, ma anche dei dipendenti. E, poi, intimidazioni alla clientela nel tentativo di dissuaderla dal fruire dei servizi.

Addirittura, avrebbero fatto in modo che i cani andassero ad effettuare i propri bisogni nei bagni degli stabilimenti presi di mira.

Nel luglio del 2018 vennero danneggiate le recinzioni e il parcheggio, ritenuto in concorrenza con quello abusivo degli Emiliano, nonché le insegne pubblicitarie. Azioni accompagnate da minacce esplicite e dirette, culminate il 20 luglio scorso con un laccio di sassi all’indirizzo dei proprietari dello stabilimento davanti ai bagnanti.

In seguito, il gup Sergio Tosi, al termine dell’udienza preliminare, dispose il rinvio a giudizio per tutti e quattro.