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Si parla anche di interessi sui lidi balneari nella mega inchiesta che ha portato a 5 arresti in Salento ed ha coinvolto noti personaggi della politica, della sanità e del mondo imprenditoriale.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Alessandro Prontera, i neo sindaci di Otranto, Pierpaolo Cariddi e di Scorrano, Mario Pendinelli, avrebbero falsamente attestato, con la complicità del Responsabile dell’area tecnica di Otranto, Emanuele Maggiulli ( con una nota inviata al Servizio Demanio e Patrimonio della Regione Puglia), “che l’emergenza Covid non ha permesso l’esame delle pratiche relative al ripristino degli arenili in tempi utili per effettuare i lavori entro il 1 maggio del 2020.
Gli illeciti riguarderebbero il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, collocato in zona Porto Craulo di proprietà di Totò Ruggeri, ex assessore regionale, che avrebbe agito “in pieno conflitto di interessi“, decidendo di motivare strumentalmente la richiesta in deroga, di cui si sarebbe fatto promotore il Comune di Otranto, partendo dal presupposto che presso quest’ultimo, a causa della emergenza covid, si era determinato un blocco in ordine alla trattazione della pratica del mese di marzo del 2020. Non solo, poiché depositava una seconda domanda autorizzativa al Comune di Otranto, questa volta a doppia firma in cui si chiedeva il ripristino degli arenili dell’Atlantis e del contiguo Fuorirotta.
E come sostiene il gip Simona Panzera nell’ordinanza: “lo svilupparsi del tortuoso provvedimento autorizzativo finalizzato al ripristino dell’arenile del lido Atlantis costituisce ideale cartina di tornasole per comprovare l’esistenza di dinamiche fortemente viziate all’interno del Comune di Otranto.”
Ricordiamo che Totò Ruggeri e Emanuele Maggiulli, attraverso apposita ordinanza del gip Panzera, sono finiti agli arresti domiciliari.
Pierpaolo Cariddi, invece, è stato raggiunto da un divieto di dimora a Otranto e Mario Pendinelli, dall’obbligo di dimora a Scorrano.
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