Furti nelle chiese del Basso Salento: otto condanne, ma cade l’accusa di associazione a delinquere


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Arrivano otto condanne per gli autori di una lunga serie di furti in chiesa nel Basso Salento, ma con pene contenute poiché è caduta l’accusa più grave,

Il gup Vincenzo Brancato ha inflitto, al termine del rito abbreviato, 6 anni per Emanuele Zompì, 28enne; 4 anni e 6 mesi per Lucio Parrotto, 29enne. E poi, 3 anni e 6 mesi per Antonio Valentino, 38enne; 4 anni per Luigi De Micheli, di 26 anni; 1 anno e 6 mesi per Gianluca De Paolis; 2 anni per Antonio Sergio Crisigiovanni, 28enne; 1 anno ad Antonella Stefano, 25enne ed a Veronica Iacobazzi, 31enne (tutti di Casarano). Per questi ultimi tre, il giudice ha disposto la sospensione della pena e l’immediata liberazione.

Il giudice ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di “associazione per delinquere”, condannandoli per singoli episodi di furto e ricettazione, ma concedendo comunque le attenuanti generiche.

Invece, la Chiesa di Parabita si è costituita parte civile (attraverso il proprio parrocco), e in suo favore il giudice ha disposto il risarcimento del danno.

In una scorsa udienza, il pubblico ministero Roberta Licci ha chiesto complessivamente oltre 40 anni carcere, contestando l’associazione a delinquere.

Nei mesi scorsi, alcuni indagati durante l’interrogatorio di garanzia hanno negato di far parte di un’associazione a delinquere, ammettendo le proprie responsabilità, solo in merito a singoli episodi.

Sono assistiti dagli avvocati: Mario Coppola, Luca Puce, Selene Mariano, Attilio De Marco, Carmela Palese, Marco Costantino.

I fatti

L’indagine, nata a seguito di un fermo stradale nel 2015, ha portato ad accertare 22 episodi di furti ai danni di chiese o parrocchie in vari comuni della provincia di Lecce, per un valore che oscilla dai 200 ai 250mila euro.

Secondo gli investigatori, i nove arrestati avevano messo in piedi una banda molto ben organizzata dedita ai furti in molte chiese del Salento, nelle quali avevano fatto razzia di offerte dei fedeli, paramenti sacri e preziosi ex voto.

Ad essere prese di mira le istituzioni religiose dei comuni di Cannole, Carpignano, Collepasso ,Corigliano, Matino, Melissano, Miggiano, Minervino, Montesano Salentino, Muro Leccese, Neviano, Parabita, Poggiardo, Ruffano, Sanarica, Sternatia, Supersano e Tricase.

L’indagine a opera dei Carabinieri è stata ribattezzata “Santi Medici”, dal nome della chiesa del comune di Neviano. Il denaro trafugato nelle parrocchie a volte veniva usato per il sostentamento quotidiano, altre per essere reinvestito nell’acquisto di armi e droga.