La giovane madre finita sul banco degli imputati con l’accusa di avere cercato di uccidere la figlia neonata ferendola con un coltello era capace d’intendere e di volere al momento dei fatti, in base a quanto emerso dalla perizia psichiatrica . Non solo, poiché secondo l’ipotesi accusatoria, la donna avrebbe in precedenza nascosto sotto il letto anche il cadavere del figlio neonato.
E nella mattinata di oggi, si è svolta l’udienza del processo che si sta celebrando in camera di consiglio con rito abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Maddalena Torelli e Marco Marangio Mauro). Ed è stato ascoltato in aula il consulente tecnico nominato dal tribunale. Nella perizia depositata nelle scorse ore, lo psichiatra Massimo Marra, ha escluso un vizio di mente ed ha inoltre concluso per la capacità di partecipare al processo dell’imputata.
Una giovane madre di un paese della provincia di Lecce risponde delle ipotesi di reato di tentato omicidio e occultamento di cadavere.
La richiesta di una perizia psichiatrica era stata avanzata dalla difesa dell’imputata già nel corso dell’udienza preliminare, ma era stata rigettata dal gup Angelo Zizzari. L’istanza degli avvocati Anna Elisa Prete e Gianpaolo Potì è stata poi accolta dai giudici in composizione collegiale.
Nella prossima udienza del 3 maggio si terranno la requisitoria del pubblico ministero Alessandro Prontera e le arringhe difensive degli avvocati. Subito dopo è prevista la sentenza dei giudici.
Le parti civili sono assistite dagli avvocati Roberto Rella e Daniela De Liguori.
Le accuse
I fatti risalgono al 23 luglio del 2021 e si sarebbero verificati in un paese della Grecìa Salentina.
Alle prime luci dell’alba, la donna avrebbe dato alla luce la bimba, per poi recidere il cordone ombelicale con una forbice. E secondo l’accusa, avrebbe inflitto alla neonata tre tagli sul collo con un coltello. È stato il compagno, a dare l’allarme, dopo averla trovata la donna distesa per terra in cucina. Poco distante (nel giardino), vi era il corpicino ferito della bambina, avvolto in un asciugamani.
Come emerso nel corso degli indagini, la donna avrebbe anche nascosto sotto il letto, il cadavere di un neonato che portava precedentemente in grembo. Dopo averlo dato alla luce, lo avrebbe avvolto in stracci di cotone e avrebbe messo il corpo in una valigia che riponeva in due sacchi di plastica. Infine, avrebbe nascosto il tutto sotto un letto. È stato il compagno a rinvenire i resti del corpicino.
La donna venne raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip Alessandra Sermarini, su richiesta del pm Prontera che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della stazione di Martano e dai colleghi della Compagnia di Maglie.