Torna in libertà l’avvocatessa, indagata nell’inchiesta sui presunti aiuti giudiziari in cambio di favori personali, anche di natura sessuale. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, Amerigo Palma, ha revocato la misura dei domiciliari. Accolta, dunque, l’istanza della difesa, rappresentata dall’avvocato Stefano Prontera. Intanto, il avrebbe già “concordato” il patteggiamento della pena a 2 anni ed 8 mesi. L’istanza dovra però essere successivamente avallata dal gip.
Il legale ha sottolineato l’insussistenza delle esigenze cautelari nei confronti dell’avvocatessa, a distanza di circa un mese e mezzo dall’arresto.
L’indagata risponde delle accuse di corruzione in atti giudiziari ed abuso d’ufficio.
L’ordinanza del gip
Nelle 70 pagine dell’ordinanza, il gip afferma: “L’avvocatessa è protagonista insieme a Emilio Arnesano di un sistema di scambi di favori, in cui la donna offre puntualmente sesso al pubblico ministero in cambio della definizione di procedimenti penali in modo a lei favorevole”.
Le “parole” più dure si leggono dopo: «Per la donna è normale fare carriera in questo modo. Si presenta impreparata sui procedimenti per i quali chiede aiuto, sapendo che la definizione dipende esclusivamente dagli incontri sessuali e dalle effusioni scambiate con lui».
In un caso, l’avvocatessa ha chiesto consigli al dottor Arnesano su come ottenere qualche notizia di prima mano sulle modalità dell’arresto di un uomo di cui aveva assunto la difesa e sul rito che sarebbe stato adottato per la convalida e il processo. In un altro caso, ha chiesto al suo interlocutore la definizione urgente di due fascicoli di suo interesse.
«È mossa – continua il Gip – solo dalla convenienza dello scambio tanto che al dottor Arnesano offre anche la sua amica (la praticante che aveva chiesto una mano per superare l’esame orale di abilitazione alla professione forense nel 2017, n.d.r.), avviandola a sicure richieste di contro-favori sessuali e dispensando strategie di attesa per non concedersi subito, prima di aver ottenuto quanto promesso dal magistrato».