Interrogatori “Favori e giustizia”. Narracci risponde alle domande della Procura, Arnesano rinuncia all’interrogatorio


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Nella mattinata odierna, dinanzi al procuratore capo Francesco Curcio ed al sostituto procuratore Veronica Calcagno, è stato sentito per circa mezz’ora, il Direttore dell’Asl Lecce, Ottavio Narracci, 59 anni di Fasano. L’indagato (ristretto ai domiciliari) nel corso dell’interrogatorio di garanzia era stato già ascoltato davanti al Gip Amerigo Palma.

Oggi la Procura ha chiesto ulteriori chiarimenti su alcuni aspetti dell’inchiesta. Narracci, difeso dall’avvocato Ubaldo Macrì, ha difeso la propria posizione, in merito alle accuse mosse dai pm, respingendo gli addebiti.

Sempre in mattinata, era previsto l’ascolto del magistrato leccese Emilio Arnesano, finito in carcere nelle scorse ore ed attualmente ai domiciliari. Il pm ha rinunciato all’interrogatorio comunicando preventivamente alla Procura, di volersi avvalere della facoltà di non rispondere.

Il 61enne di Carmiano, assistito dagli avvocati Luigi Covella e Luigi Corvaglia aveva risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia del mese scorso. Il pm indagato ha chiarito la propria posizione, in merito alle pesanti accuse della Procura di Potenza, tra cui quella dei presunti favori giudiziari in cambio di rapporti sessuali.

Intanto, la Procura di Potenza si avvia a chiedere il giudizio immediato per gli indagati. Dunque, proporrà al gip di fissare direttamente la data del processo (sulla base dell’evidenza delle prove), senza il vaglio dell’udienza preliminare.

L’inchiesta

Nell’ordinanza vengono poi evidenziati altri favori a carattere economico, tra cui un’imbarcazione di 12 metri venduta da Siciliano ad Arnesano ad un prezzo di favore (l’accusa di falso ideologico è caduto dopo l’udienza del Riesame). Questo, secondo la Procura di Potenza, per far ottenere al Direttore dell’Asl Narracci, l’assoluzione dall’accusa di peculato davanti al Tribunale di Lecce.

Il gip nel provvedimento si sofferma anche sui presunti episodi di corruzione aventi come protagonisti, il pm Arnesano e giovani avvocatesse. Secondo il giudice, il magistrato “vendeva l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali e altri favori.

Non solo, anche sul rapporto di Arnesano con Carlo Siciliano e Giorgio Trianni. In una serie di conversazioni intercettate, i tre facevano riferimento ad una piscina in sequestro nei confronti di Trianni alla cui restituzione (il dr. Arnesano era titolare del procedimento) “venivano preordinate delle battute di caccia…per poter favorire la risoluzione del problema”.