Ammanco dalle casse della Regione Puglia per oltre 30mila euro, indagati due salentini


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Due indagati, per un ammanco dalle casse della Regione Puglia di oltre 30mila euro.

L’avviso di conclusione è stato notificato dal pubblico ministero Massimiliano Carducci a: R.D.A. 60enne di Leverano, funzionario dell’Ufficio Provinciale Agricoltura di Lecce, Ufficio IV produzioni erbacee e arboree, servizio fitosanitario, e A.F. 67enne di Carmiano, in qualità di Dirigente.

Rispondono dell’accusa di peculato in concorso. R.D.A. è difeso dall’avvocato Giuseppe Romano. A.F. dal legale Giovanni Erroi. Gli indagati hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati in Procura o produrre memorie difensive.

L’inchiesta

I fatti si sarebbero verificati alla fine del 2014.

Secondo l’accusa, i due indagati avrebbero messo in atto un ingegnoso piano, per ottenere un ricavo non indifferente, quantificato in 33mila e 699,64 euro.

R.D.A. avrebbe rimosso le marche da bollo, da 14 e 62 o 16 euro, che alcuni privati presentarono nell’istanza per ottenere l’autorizzazione all’acquisto di Presidi Sanitari, considerati tossici e nocivi e successivamente le avrebbe riutilizzate, apponendole sui tesserini autorizzativi rilasciati a conclusione del corso ed al superamento del relativo esame. Talvolta, il funzionario avrebbe anche trattenuto le ulteriori marche da bollo (che in alcune occasioni rilasciava egli stesso, “incassando” così il corrispettivo in denaro), che venivano portate dai corsisti, al momento del rilascio dei suddetti tesserini. A tal proposito, A.F. si sarebbe invece occupato di controfirmarli, garantendo l’apparenza regolarità dell’operazione. In realtà, secondo la Procura, non rilevando l’evidente rimozione delle marche da bollo da altri documenti e comunque ” non impedendo la commissione del delitto di peculato”.

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri di Polizia Giudiziaria con distaccamento in Procura.