L’infermiere arrestato per la detenzione di una pistola clandestina dentro casa ottiene i domiciliari con braccialetto elettronico. Il gip Cinzia Vergine al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto di G. M., 60enne di Copertino, ma gli ha concesso i domiciliari. Come scrive il giudice nell’ordinanza, l’arrestato ha ammesso la detenzione dell’arma “adducendo un’articolata, inverosimile, giustificazione della stessa”. Ma pur ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, il gip ha disposto la misura dei domiciliari ritenuta più proporzionata al reato commesso.
L’infermiere, difeso dagli avvocati Luigi Covella e Alessandro My, ha sostenuto di avere ricevuto la pistola da un conoscente albanese. Dopo averlo conosciuto in Albania circa 10 anni fa, lo aveva poco dopo rincontrato a Porto Cesareo, dove l’uomo gli aveva consegnato un pacchetto che – secondo quanto gli aveva riferito – conteneva una pistola scacciacani. E gli aveva chiesto solo di custodirla. E cosi avrebbe fatto, senza neanche aprire l’involucro e sapere che conteneva una pistola calibro 6.35, senza matricola, con relative munizioni.
Occorre ricordare che l’arma è stata rinvenuta nell’ambito di un altro procedimento, in cui G.M. è indagato a piede libero per falso e peculato, per un presunto giro di ricette mediche e di certificati medici falsi.
Nelle scorse ore, infatti, è stato raggiunto da un decreto di perquisizione e sequestro firmato dal pm Erika Masetti ed eseguito dai carabinieri della Tenenza di Copertino, dal tenente Salvatore Giannuzzi, anche in casa di un’altra infermiera.
Nell’abitazione di G..M. sono stati rinvenuti medicinali destinati ad uso ospedaliero e ricette mediche in bianco con il logo dell’ospedale San Giuseppe di Copertino.
Per il possesso della pistola calibro 6.35, senza matricola, e delle munizioni, l’uomo era finito in carcere come disposto dal pm Giorgia Villa. Ora, come detto, si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico.