Avrebbe "incassato" circa600 mila euro dai conti correnti di ignari clienti della banca e per un funzionario leccese è arrivata la condanna a 3 anni e 6 mesi.
Il giudice monocratico Sergio Tosi ha ritenuto il 50enne leccese Alessandro Serratì colpevole dei reati continuati di truffa aggravata (per tre episodi) e furto aggravato per i restanti quattro. Inoltre, il Tribunale ha disposto il risarcimento del danno in favore delle parti civili. La somma di 400 mila euro alla Unicredit, assistita dall'avvocato Amilcare Tana. Non solo, anche 20.000 euro per ciascuna delle quattro vittime del raggiro (già state liquidate dalla banca) difese dagli avvocati Viola Messa e Giuseppe Romano. Il giudice monocratico ha invece assolto Serratì per il reato di falsità in scrittura privata (poiché depenalizzato) e trattamento illecito di dati personali, "perché il fatto non sussiste". In precedenza, il vpo d'udienza Antonio Zito ha invocato una condanna a 3 anni.
Secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Stefania Mininni, l'imputato avrebbe creato conti correnti falsi utilizzando i dati personali dei clienti della Unicredit filiale di Leverano, sui quali accreditava svariate somme di denaro provenienti dal disinvestimenti del deposito titoli. Serratì si sarebbe appropriato delle carte bancomat e dei relativi codici, falsificando le firme. Non solo, poiché il 50enne leccese si sarebbe impossessato anche di un carnet di assegni utilizzando le credenziali di gestione dei conti correnti. Le modalità di riscossione delle somme avvenivano inoltre attraverso bonifici bancari e prelievi dagli sportelli. I continui raggiri, si sarebbero verificati dal 2009 fino al dicembre del 2012.
L'ex funzionario di banca era stato già condannato in due altri processi. A nove mesi per appropriazione indebita e ad 1 anno e 9 mesi per furto aggravato in un secondo procedimento, a seguito del quale fu licenziato.
Serratì è difeso dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto.