Si sarebbe gradualmente impossessata di circa 64mila euro ed è stata condannata a 2 anni e 4 mesi. La sentenza nei confronti di Patrizia Maria Rollo, 54enne di Merine, impiegata dell'ufficio postale di San Cesario, è stata emessa dal gup Michele Toriello nel processo in abbreviato.
Il giudice ha però riqualificato il reato di peculato in "appropriazione indebita" e quello di falso in atto pubblico nel capo di accusa di "falso in scrittura privata". Infatti. ritiene il giudice, in base ai nuovi orientamenti legislativi, che l'impiegato delle poste, andrebbe equiparato, come "ruolo" ad un dipendente di banca.
Il pubblico ministero Giovanni Gagliotta aveva invocato una condanna a 9 anni, partendo da ipotesi di reato più gravi e riunendo due distinti procedimenti ( per uno è giunta la condanna a 6 anni e per l'altro a 3). La Rollo è difesa dall'avvocato Paolo Spalluto.
Il gup Toriello, nella stessa udienza, ha assolto "per non aver commesso il fatto" il direttore dell'ufficio postale, Nicola De Maggio, 53enne di Lecce. L'imputato, difeso dall'avvocato Vincenzo Bellini, rispondeva anch'egli del capo d'accusa di peculato e per lui, il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni.
Patrizia Maria Rollo venne arrestata dagli uomini della polizia giudiziaria della Procura di Lecce, il 10 giugno del 2013 e confinata ai domiciliari, con l'accusa di peculato, furto aggravato e falso. Naturalmente venne anche immediatamente licenziata dall'ufficio postale di San Cesario. Gli episodi contestati alla donna di Merine, risalgono al periodo compreso fra il giugno del 2009 e l’agosto del 2011. La Rollo, in quell'arco di tempo, si sarebbe indebitamente appropriata di circa 64mila euro. I soldi appartenevano ad un'anziana signora del paese ed ai suoi figli.
Nel ruolo di responsabile della sala consulenze, della filiale di San Cesario di Lecce, avrebbe sottratto le somme in diverse occasioni.
Le indagini sono iniziate solo nel febbraio 2013, dopo una denuncia presentata da due fratelli. Questi, infatti, hanno lamentato la sottrazione del denaro proveniente dal parziale rimborso di quote di un fondo d’investimento sottoscritto da loro nel 2009. Gli agenti hanno anche appurato che la Rollo, in precedenza, in almeno altre tre occasioni, si sarebbe impossessata in maniera illecita di rilevanti somme di denaro. La 54enne di Merine, per realizzare l’attività illecita, avrebbe dunque falsificato la firma dei clienti, attraverso false "distinte" di versamento, aprendo, all'insaputa di ignari clienti, due libretti postali su cui registrare le operazioni contabili e sottraendo il libretto originario dell’anziana.