Tentarono di coinvolgere un commerciante per la prescrizione di una carrozzina destinata ad una 99enne? È quanto emerge nelle carte dell’inchiesta “Buste Pulite”. Secondo la Procura, infatti, come specificato nella richiesta di convalida dell’arresto a firma dei pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci, l’imprenditore Bonetti, con la complicità della Genovasi, avrebbe cercato di coinvolgere il titolare di un negozio nel business delle protesi. In che modo? Cercando di far ottenere la fornitura di una carrozzina superleggera – avente un costo nettamente più elevato ovviamente a carico del servizio sanitario nazionale – ad una donna di quasi cento anni.
In una intercettazione del marzo scorso, il Bonetti telefonava al commerciante chiedendogli alcuni codici del nomenclatore. E successivamente, quest’ultimo lo richiamava dicendo che non trovava alcuni codici. A quel punto, l’imprenditore specificava che uno di essi si riferiva ad una carrozzina richiesta da un amico per la madre, il cui costo ammontava a circa 1.600 euro. Il commerciante riferiva che non poteva fornire la convenzione, perché non era autorizzato.
Durante il dialogo si capirà che l’articolo sanitario era destinato ad una signora di quasi cent’anni e che quell’articolo sanitario, una carrozzina sportiva superleggera, non era necessario all’utente.
A quel punto, Bonetti si recava dalla Genovasi per comunicarle l’esito infausto della trattativa. E la funzionaria Asl diceva che era stata proprio lei ad autorizzare quella fornitura. E telefonando nuovamente al commerciante, Bonetti riportava quanto sostenuto dalla Genovasi “…mi ha detto che quelle…sono dell’allegato 2… quindi…le puoi fare tranquillamente……scusa dice lei …..perché quelle lì appartengono..perché mi ha detto il codice. Ha detto..lo può fare tranquillamente”.
E l’interlocutore si rifiutava di dar seguito alla fornitura con quelle modalità per evitare di incappare in controlli amministrativi. E predisponeva una scheda progetto in regola con la normativa. In seguito però la Genovasi, prima redarguiva Bonetti per non aver “piazzato” l’articolo nonostante gli fosse stata consegnata la richiesta da lei stessa. E poi, dopo aver visionato la scheda, si lamentava che un preventivo del genere non avrebbe alcuna congruenza con la richiesta della carrozzina superleggera.
La Procura, anche alla luce di questa vicenda, ritenuta emblematica della personalità di Bonetti, ritiene insufficiente la misura degli arresti domicilari (disposta dal gip Gallo), “in quanto del tutto inidonea a recidere i contatti ed i collegamenti con funzionari pubblici, imprenditori e collaboratori”.