Inchiesta sanità e politica, nessuno parla. Gli interrogatori si chiudono con il silenzio


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C’era grande attesa per gli interrogatori di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari Simona Panzera dopo l’inchiesta della Guardia di Finanza. Doveva essere il giorno della verità, ma Totò Ruggeri, l’ex assessore al welfare della Regione Puglia finito al centro del terremoto giudiziario (e ai domiciliari con le accuse di corruzione impropria, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e corruzione elettorale) ha scelto la strada del silenzio. Accompagnato dai suoi avvocati Giuseppe Fornari e Salvatore Corrado, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha chiarito nessuno degli episodi contestati nelle oltre trecento pagine di ordinanza.

Stessa scelta ha fatto Antonio Ermenegildo Renna, all’epoca dei fatti commissario straordinario unico dei Consorzi di Bonifica e considerato – come si legge nell’ordinanza – la longa manus di Ruggeri, un fedele esecutore dei suoi progetti. L’assessore – si legge – con la nomina di Renna dopo le dimissioni di Alfredo Borzillo, avrebbe potuto far assumere le persone che ‘sponsorizzava’ come se agisse su una scacchiera, come se il consorzio fosse l’ennesimo bacino elettorale e lo strumento per mantenere il suo potere politico nel Salento. Basti pensare al rinnovo del contratto come Direttore dell’Area Amministrativa del Consorzio di Arneo per la figlia di un amico in cambio di pesce di qualità, cene, aragoste e bottiglie di Berlucchi rosè (leggi qui) o del marito di una compagna di partito come geometra a Ugento di Foggi nonostante non avesse né i titoli né la preparazione (“non ha detto una parola”). Per lui, difeso da Luigi Covella e Francesco Fasano, scena muta.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche Mario e Massimiliano Romano, padre e figlio, difesi rispettivamente dagli avvocati Maria Greco e Dario Paiano. Per loro l’accusa è di aver venduto posti di lavoro. Insomma, avrebbero promesso un’occupazione alle persone “vulnerabili”, a quelle che avevano bisogno in cambio di denaro.

Rinviato, invece, l’interrogatorio di Emanuele Maggiulli, per motivi di salute. È accusato di aver scritto la ‘famosa’ nota indirizzata il 16 giugno 2020 al Servizio Demanio e Patrimonio della Regione Puglia in cui – per aggirare le linee guida regionali che inibivano interventi dopo il 1° maggio se non a causa di eventi meteorologici di carattere estremo – in cui si dichiarava che l’emergenza causata dal Covid19 non ha permesso l’esame delle pratiche relative al ripristino di alcuni arenili nel Comune di Otranto, nei tempi utili per effettuare i lavori prima della “scadenza” (1° maggio).

L’avvocato Antonio Quinto ha chiesto la revoca o l’attenuazione della misura cautelare dei domiciliari, poiché non presta più servizio a Otranto. L’istanza è stata però rigettata dal gip Panzera.

Martedì saranno ascoltati il sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi, sottoposto al divieto di dimora e sospeso dalla Prefettura in base alla legge Severino e il primo cittadino di Scorrano Mario Pendinelli, per il quale non è stato disposto alcun provvedimento perché la legge Severino non si applica alla misura dell’obbligo di dimora. Toccherà anche al dg della Asl Lecce Rodolfo Rollo, che ha anticipato la decisione del Giudice rassegnando le dimissioni, all’imprenditore Fabio Marra, colpito dal divieto di svolgere l’attività professionale, a medico, Elio Quarta, del centro PMA “Prodia” di Muro Leccese e Antonio Greco.