Investì un ciclista sotto effetto di stupefacenti e lo uccise. Taurino sarà giudicato con rito abbreviato


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Si terrà il 10 gennaio prossimo il processo a carico di  Andrea Taurino, accusato di avere investito deliberatamente il ciclista Franco Amati, deceduto poco dopo. Il gup Vincenzo Brancato ha accolto l'istanza dell'avvocato Antonio Savoia ed il 34enne di Trepuzzi, verrà giudicato con rito abbreviato (rito che permette uno sconto di un terzo della pena). Nell'udienza di stamani, i familiari della vittima si sono costituiti parte civile con il legale Diego De Cillis.

Andrea Taurino è imputato per omicidio volontario aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti ( la consulenza tossicologica sui campioni di sangue, invece, aveva rivelato tracce di oppiacei e di cannabinoidi), lesioni personali aggravate, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Non solo, al termine delle indagini preliminari, Taurino risponde anche di riciclaggio, con riferimento alla macchina, poi risultata rubata.  Intanto, l'imputato resta in carcere. Ricordiamo che il Tribunale del Riesame e poi la Cassazione ha rigettato la richiesta della difesa di annullamento dell'ordinanza emessa dal gip. Nessuna scarcerazione, né tantomeno la derubricazione del reato di omicidio volontario in colposo.
 
Secondo l'accusa, Andrea Taurino, il 22 gennaio scorso sulla strada Squinzano-Casalabate avrebbe investito deliberatamente Franco Amati, pasticcere 67enne di Lecce poi deceduto e l'amico Ugo Romano 62enne leccese, ferito gravemente. Nel corso dell'udienza di convalida, Taurino aveva ammesso di fare largo uso di sostanze stupefacenti  ed aveva chiesto scusa ai familiari del ciclista.

Successivamente, il gip Cinzia Vergine aveva convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare del carcere, illustrando i motivi di questa "tesi" nell'ordinanza. ll giudice inoltre, ritiene inattendibile la ricostruzione della dinamica dei fatti fornita da Taurino, quando dice di essersi messo in macchina per andare a raccogliere le olive nei campi e dopo averle "racimolate", di essersi diretto verso casa.

Durante il tragitto, lungo il quale "incrociava" i due ciclisti, si ricordava di avere dimenticato in campagna il mastello con il raccolto e decideva perciò di tornare indietro, andando incidentalmente a collidere con loro, senza che ci fosse stato alcuno screzio precedente. Questa "distrazione" sarebbe da ricollegare al suo interesse ad ispezionare visivamente la campagna in cerca di frutti abbandonati dai proprietari.
 
Di verso opposto la versione fornita dal ciclista "sopravvissuto", Ugo Romano che ha affermato come «all'improvviso l'abbiamo visto a distanza venire verso di noi (nella sua corsia). A circa 6-7 metri da noi, di scatto ha invaso la nostra corsia di marcia investendoci volontariamente con il suo lato anteriore sinistro, ha colpito prima il mio amico e dopo me che percorrevo la via "a ruota" (dietro il mio amico). Preciso che noi  percorrevamo  la nostra corsia (uno dietro l'altro) sul margine sinistro (quindi lontani dal centro della carreggiata che comprende le due corsie opposte senza striscia».