Una conoscenza avvenuta in rete e poi gradualmente degenerata, fino ad arrivare ad una richiesta di denaro, per "comprare" il silenzio del presunto estorsore.
Un uomo di mezza età di Lecce ha patteggiato una pena di 2 anni e 4 mesi, dinnanzi al giudice dell’udienza preliminare, Simona Panzera. Il suo legale, l'avvocato Walter Tundo ha "concordato" la pena con il pubblico ministero d'udienza Stefania Mininni (titolare dell'inchiesta, la dr.ssa Roberta Licci).
L'istanza di patteggiamento è stata accolta, al termine dell'udienza celebratasi nella mattinata di oggi.
Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe conosciuto " on line", circa due anni fa, una sua coetanea della provincia di Verona. Da lì, sarebbe nata una "relazione", seppur virtuale, poiché i due non si sarebbero mai visti personalmente. Infatti, il "leccese” e la "veronese" avrebbero cominciato ad approfondire la reciproca conoscenza, anche attraverso la "condivisione" di informazioni e foto.
Proprio questo aspetto della vicenda, sarebbe stato l'oggetto dell'inchiesta penale.
Infatti, l'uomo dopo aver saputo alcune cose sulla vita privata della donna, avrebbe cominciato a ricattarla. Il signore di Lecce avrebbe chiesto all'ignara vittima, la somma di circa 6.000 euro in cambio del suo silenzio. Infatti, se lei gli avesse consegnato il denaro, lui non avrebbe reso pubblico alcune foto intime. Queste "informazioni riservate" sarebbero potute essere viste dai figli di lei, con grave danno per la famiglia della donna di Verona; soprattutto "morale", poiché nella vicenda potevano essere coinvolti dei ragazzi innocenti.