Sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia? Medico e avvocatessa rischiano il processo


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Rischiano un altro processo, i due professionisti leccesi già condannati per avere maltrattato in più occasioni, la figlia minorenne. La Procura, nell’ambito di una nuova inchiesta, contesta lo stesso reato e quello di sequestro di persona, a carico di un medico 61enne e di un’avvocatessa, 57enne, per i quali è stata già avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. Nella giornata di ieri, si è svolta l’udienza preliminare dinanzi al gup Edoardo D’Ambrosio. Il giudice ha accolto la richiesta d’incidente probatorio avanzata dall’avvocato Ladislao Massari, legale della coppia, che si svolgerà il 18 gennaio. Invece, una delle due figlie ( ora maggiorenne) si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Erlene Galasso.
All’esito del suddetto incidente probatorio, nel corso del quale verrà ascoltata l’altra figlia minorenne, il gup stabilirà se rinviare a giudizio i due professionisti.

Non solo, poiché rischiano di finire sotto processo anche altre due persone, per il reato di falsa testimonianza. Sono accusati di avere fornito dichiarazioni, per l’appunto false, nel corso del primo processo.

L’altro processo

Nei mesi scorsi, occorre ricordare, il giudice monocratico Silvia Minerva ha inflitto la pena di 5 anni per ognuno. Non solo, anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la sospensione della potestà genitoriale per 10. Inoltre, il giudice ha disposto una provvisionale di 50mila euro in favore della figlia, costituitasi parte civile, oltre al risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede.

In quel procedimento, i due imputati rispondevano dei reati continuati di maltrattamenti aggravati in famiglia e lesioni personali. Al termine della sua requisitoria, il vice procuratore onorario Maria Ligorio ( sulla scorta di quanto emerso nel corso del dibattimento) ha però chiesto ed ottenuto dal giudice, la trasmissione degli atti in Procura per il reato di sequestro di persona, nei confronti di entrambi gli imputati. È stata così aperta la nuova inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Roberta Licci, in cui si ipotizza il suddetto reato e quello di maltrattamenti (per altri episodi) a danno delle due figlie, una delle quali, come detto, verrà ascoltata attraverso la forma dell’incidente probatorio.

Le accuse

I fatti si sarebbero verificati a Lecce tra il 2013 e maggio del 2014. Secondo l’accusa, la figlia più grande sarebbe stata in varie occasioni maltrattata e messa in competizione, in termini dispregiativi, con l’altra più piccola. Quest’ultima, in un’occasione, sarebbe stata anche costretta a colpire la sorella con un pappagallo di legno che le avrebbe provocato una fuoriuscita di sangue.