Ottengono la “messa alla prova”, sei studenti di un liceo scientifico leccese accusati di avere modificato i voti del registro di classe elettronico.
Nelle scorse ore, si è tenuta l’udienza preliminare dinanzi al gup Aristodemo Ingusci del Tribunale per i Minorenni, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. Il giudice ha accolto l’istanza della difesa, disponendo l’attuazione di progetti della durata di 10 mesi, di concerto con i servizi sociali. In caso di esito positivo, i sei studenti otterrebbero l’estinzione del reato. I sei ragazzi dovranno seguire, anzitutto, un progetto di legalità. E poi, ognuno ha scelto un personale percorso rieducativo (ad esempio, presso la Protezione civile).
I sei studenti rispondono delle ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e falso materiale.
Un settimo studente non si è presentato all’udienza ed è stato disposto l’accompagnamento coatto. Dovrà comparire davanti al gup nel mese di ottobre.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Ilario Manco, Luigi e Roberto Rella, Umberto Leo, Angelo Vetrugno, Mauro Cramis, Antonila De Pandis, Francesca Manta, Stefania Mangiulli.
Le accuse
Secondo l’accusa, confluita nell’avviso di conclusione delle indagini a firma del Procuratore Capo Simona Filoni, tra dicembre 2017 e maggio del 2018, gli studenti all’epoca dei fatti 16enni, avrebbero modificato i voti relativi a prove scritte e orali (anche di altri compagni), contenuti nel registro di classe elettronico, introducendosi abusivamente nel sistema, protetto dal sistema di sicurezza.
Il piano sarebbe stato messo in atto, in ben 67 occasioni, utilizzando spesso il computer di casa e inserendo l’account dei loro professori. Gli studenti avrebbero utilizzato tale escamotage per “migliorare” il proprio rendimento scolastico, ma ovviamente solo sulla carta.
Tali piccole modifiche (per non creare sospetti) apportate anche da studenti che avevano voti alti, alla lunga, non sono passate comunque inosservate, alimentando perplessità tra il corpo docente. E alla fine, l’istituto scolastico si è rivolto alla Procura per i necessari accertamenti informatici.
Nei mesi scorsi, gli studenti sono stati sentiti dalla polizia giudiziaria e alcuni di loro hanno ammesso gli addebiti, specificando di avere scaricato un programma da internet, per accedere al sistema.