Minacciò con un’ascia il titolare di un lido, spalleggiato da due ragazze, per ottenere il denaro richiesto e per i tre imputati arriva la condanna. Il collegio della prima sezione penale (Presidente Francesca Mariano) ha inflitto la pena di 4 anni e 6 mesi nei confronti di Pasquale Preite, 62enne ugentino, già noto alle forze dell’ordine (chiesti 6 anni); 3 anni per Ines Stamerra, 26 anni di Salve (2 anni) e per Giordana Dalila De Leone, 23enne di Racale (2 anni).
Gli imputati rispondevano delle accuse di tentata estorsione continuata e lesioni personali aggravate. Sono assistiti dagli avvocati Speranza Faenza, Paola Scarcia e Riccardo Mele. I legali, una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenteranno ricorso in Appello.
Le indagini
I fatti si sarebbero verificati nei mesi di marzo e luglio del 2015, a danno del gestore di un’attività balneare sita a Torre San Giovanni, marina di Ugento. In base alle indagini coordinate dal pm Stefania Mininni e condotte dai Carabinieri della Stazione di Ugento, Preite avrebbe preteso dal titolare dell’attività, delle somme di denaro (pari anche a 500 euro la volta), destinate in realtà ad una parente dell’arrestato stesso, titolare della concessione demaniale.
In una circostanza, le minacce non furono solo verbali, tanto che armato di una ascia, il 62enne di Ugento si recò nel mese di marzo, presso il ristorante (dello stesso proprietario del lido). E non contento, cercò anche di colpire, senza riuscirci, il gestore del medesimo esercizio commerciale, aizzato dalle due giovani. Quest’ultime, lo incitavano a colpirlo con calci e pugni e contestualmente malmenavano e coprivano d’insulti, la moglie.
Nel mese di luglio, invece, Preite si recò da solo presso il lido in tre occasioni. La prima volta, alla presenza dei dipendenti, minaccio di impossessarsi dell’incasso, in caso di “mancato soddisfacimento delle sue pretese“. Un’altra volta si presentò li, e riferì al figlio della coppia ” digli a papà che se stasera non mi viene a portare i soldi, domani vengo e mi piazzo alla cassa e non vi faccio lavorare. Infine, in una terza circostanza, avrebbe ribadito le richieste direttamente al gestore del lido.
Preite venne anche raggiunto nell’ottobre del 2015, da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, a firma del gip Antonia Martalò, su richiesta del Sostituto Procuratore Roberta Licci.