Sarà l’autopsia a far luce sul decesso in ospedale di una giovane donna di Vernole, morta alcuni giorni dopo l’intervento chirurgico per l’inserimento di un bypass gastrico.
Nella giornata di domani, il pm Roberta Licci conferirà l’incarico al medico legale Alberto Tortorella e al professore Nicola Palasciano. E intanto, la dr.ssa Licci ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, il nome del medico che ha avuto in cura la paziente. Risponde dell’ipotesi di reato di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario. L’indagato potrà nominare un consulente di parte in vista dell’autopsia. Stesso discorso per i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Luigi Rella e Cristian Mulino.
Le indagini hanno preso il via dalla denuncia presentata dal marito della vittima, una 56enne di Vernole, presso il posto fisso di polizia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Nell’esposto vengono ricostruite le varie tappe della dolorosa vicenda.
Ad aprile, i familiari della vittima, una 56enne di Pisignano (frazione di Vernole), si rivolgono ad un medico specialista per programmare un intervento chirurgico per dimagrire. L’operazione, consistente nell’inserimento di un bypass gastrico, avviene la mattina del 24 giugno e termina alle 13:40. Successivamente, la paziente avverte dolori addominali, accompagnati da decimi di febbre che persistono fino al 28 mattina. Il marito alle 9:30 contatta la moglie e riprova a sentirla due ore dopo. La donna, però dalle 11:20 alle 11:45 non risponde al telefono. E intorno alle 12, la caposala riferisce all’uomo di recarsi in ospedale perché la moglie non si sentiva bene. Poco dopo, i medici riferiscono che è deceduta a causa di un arresto cardiaco.
I familiari chiedono alla Magistratura di fare chiarezza su quanto accaduto e verificare se via stata imperizia e negligenza, nell’intervento chirurgico. Inoltre, pongono dei dubbi sulla tempestività con cui è stato comunicato loro, il decesso della giovane donna.