Morte del consigliere comunale Benincasa: i famigliari si costituiscono parte civile


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La moglie ed il figlio del consigliere comunale Carlo Benincasa si costituiscono parte civile. I loro difensori, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe, hanno specificato nella richiesta depositata questa mattina, che ciascun imputato provveda al risarcimento di una somma non inferiore ai due milioni euro, per ognuno dei famigliari.
 
Nell'udienza preliminare di questa mattina, il gup Stefano Sernia ha disposto che il 1 marzo 2016, venga sentito come responsabile civile l'Asl. Nella prossima udienza, il giudice dovrebbe poi pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio, per le cinque persone accusate di omicidio colposo, e falso materiale ed ideologico, per la morte dell'esponente del Partito Democratico, deceduto il 19 aprile 2011 a 59 anni.
 
Rischiano di finire sotto processo un medico, due infermieri ed altrettanti operatori di soccorso del Vito Fazzi di Lecce, dopo l’imputazione coatta disposta nei loro confronti. Infatti, in un'altra udienza celebratasi il 16 ottobre, il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato aveva accolto la richiesta avanzata dai legali della famiglia. Questi ultimi avevano prodotto alcuni documenti che attestavano il falso dichiarato negli orari di arrivo dell’ambulanza e sul mancato utilizzo del defibrillatore, oltre agli evidenti ritardi prestati durante il primo soccorso.
 
I cinque imputati avrebbero mentito sull’orario di arrivo dei mezzi di soccorso sul luogo dell’intervento. Questa circostanza emergerebbe dalle conversazioni intercorse tra i parenti di Benincasa, gli operatori del 118, ma anche nei dialoghi tra la centrale operativa ed i mezzi di soccorso.
 
Invece, il pubblico ministero Emilio Arnesano aveva chiesto l'archiviazione. La procura riteneva che le condizioni di salute di Benincasa fossero ormai talmente gravi che anche un intervento più immediato o l’utilizzo di un defibrillatore, non avrebbero potuto evitare il decesso del consigliere comunale.
 
L’indagine venne messa in moto con una la querela depositata dalla moglie e dal figlio del politico. I famigliari evidenziarono nella denuncia, la mancanza di un corretto approccio terapeutico in caso di edema polmonare acuto ed il mancato utilizzo del defibrillatore automatico. Benincasa, infatti, sarebbe stato adagiato in una posizione supina che avrebbe soltanto aggravato il suo stato di salute.
 
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Massimiliano Petrachi, Giuseppe De Luca, Ester Nemola e Matilde Macchitella.