Ancora una volta, i difensori della famiglia di Andrea De Gabriele chiedono ulteriori indagini sulla morte del figlio.
Questi cadde all’interno di un lucernario adiacente al cortile della succursale del Liceo Scientifico “De Giorgi" di Lecce. Lo studente, allora 17enne,originario di Campi Salentina ma residente a Veglie, morì a scuola l'8 gennaio 2013, al termine dell’ora di educazione fisica.
I difensori della famiglia del ragazzo, gli avvocati Francesca Conte, difensore della madre e Antonio De Mauro del padre, hanno discusso questa mattina in merito a una seconda richiesta di opposizione all'archiviazione, da loro avanzata dinanzi al Gip Vincenzo Brancato.
I legali nell'udienza odierna hanno ribadito che in base ai risultati della consulenza tecnica di parte, redatta dagli ingegneri Cesare Barrotta e Paolo Fanizzi, emergerebbe come siano state violate tutte le norme in materia di sicurezza previste dalla legge. Infatti l’avvocato De Mauro già la scorsa volta aveva prodotto una determina della Provincia di Lecce (ente addetto alla sicurezza della scuola) con cui "Palazzo dei Celestini" stabiliva di elevare a sei metri la copertura della grata. Un intervento che, secondo la difesa, non sarebbe stato attuato. Il gip Brancato si pronuncerà nei prossimi giorni.
Nell'udienza scorsa, il giudice aveva disposto un supplemento d'indagine sulla morte di De Gabriele, dopo la prima richiesta di archiviazione del pm, accogliendo l'opposizione degli avvocati. Il giudice aveva chiesto di approfondire alcuni aspetti relativi alle caratteristiche tecniche della struttura, dal cui cedimento è derivata la caduta del giovane. Il Gip intende anche risentire, su richiesta del difensore del padre, i suoi compagni di classe e gli altri studenti, presenti durante l'ora di educazione fisica, per ricostruire con maggiore precisione la dinamica dell'accaduto.
Un suo compagno, già durante le indagini preliminari, aveva affermato di aver lanciato per gioco, il giubbino di De Gabriele sul lucernario; inoltre, un altro studente raccontò in precedenza agli inquirenti, di aver una volta recuperato un pallone nello stesso punto in cui è, invece, caduto Andrea, confermando, in qualche maniera, la pericolosità di quel lucernario.
Il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia aveva però nuovamente chiesto di archiviare l'inchiesta.
Il ragazzo che intorno alle ore 13, dell'8 gennaio 2013 si trovava insieme ai suoi compagni nel cortile del “De Giorgi” sede del rione “San Pio”, stava per rientrare in aula al termine dell’ora di educazione fisica, quando si è arrampicato aiutandosi con una sedia, su una grata che delimita l’area utilizzata dagli studenti, probabilmente per recuperare il giubbino (da quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbe stato lanciato per gioco da un suo compagno). Dopo aver superato la grata della recinzione, che delimita il campo di pallavolo con un grande lucernario, appoggiò un piede su un pannello di quest'ultimo (costituito da una rete metallica sottilissima), che cedette sotto il suo peso del giovane facendo precipitare Andrea nel vuoto per una decina di metri. A nulla servirono i soccorsi ed il 17enne morì in ospedale.
Il fascicolo fu aperto dal sostituto procuratore Capoccia, con il capo d'imputazione di "omicidio colposo a carico di ignoti". L'autopsia effettuata dal medico legale Ermenegildo Colosimo accertò come il ragazzo, deceduto all’ospedale “Vito Fazzi”, fosse stato interessato in seguito alla caduta, da un "trauma toracico con sfondamento" e da "una frattura alla base del cranio".
La decisione di non andare avanti con le indagini era stata adottata sulla scorta di una consulenza tecnica richiesta dal PM Capoccia ed elaborata dagli ingegneri Marco e Marcello Pellegrini, di Bari, e Antonio Vernaleone, di Lecce. La Procura aveva chiesto ai professionisti di pronunciarsi in merito alle condizioni di sicurezza della struttura scolastica e di verificarne la conformità con gli standard fissati dalla legge: gli ingegneri, nel presentare la relazione conclusero come non ci fosse alcuna anomalia penalmente rilevante nell’edificio.