Dopo l'inchiesta per l'omicidio colposo del bracciante sudanese, la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d'indagine parallelo incentrato sul capo d'accusa di caporalato Il sostituto procuratore, Paola Guglielmi ha iscritto nel registro degli indagati due persone: Giuseppe Mariano, 74 anni, di Porto Cesareo, marito della titolare dell'azienda agricola, presso cui lavorava Mohammed Abdullah come lavoratore stagionale, ed un’altra persona, originaria del Sudan, che avrebbe svolto il ruolo di mediatore negli arrivi in Salento dei braccianti. Entrambi erano già indagati per omicidio colposo, assieme alla moglie di Mariano, Rita De Rubertis, la titolare dell’azienda presso cui lavorava il bracciante.
È bene ricordare che l’indagine sul caporalato non è ancora chiusa, ma nel frattempo è stata depositata anche una consulenza dell’ingegnere Claudio Leone sui contatti telefonici del mediatore senegalese. Ricordiamo che nei mesi scorsi, nella sua abitazione, infatti, gli investigatori hanno trovato, oltre ad un passaporto con firma del 12 luglio (su cui si nutrono parecchi dubbi) anche schede e documenti riconducibili alla sua presunta attività di mediazione. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Ros e dagli ispettori dello Spesal che in tutti questi mesi hanno effettuato numerosi sopralluoghi nelle campagne di Nardò e nella località "masseria Boncuri", sentendo datori di lavoro, braccianti e semplici testimoni.
Mohammed Abdullah, 47enne originario del Sudan è morto intorno alle 14.00 del pomeriggio del 20 luglio scorso, nelle campagne tra Nardò e Avetrana, orario in cui la colonnina di mercurio segnava una temperatura prossima ai 40 gradi: il bracciante, un lavoratore stagionale impegnato nella raccolta dei pomodori ha avvertito un malore ed i colleghi di lavoro lo hanno immediatamente messo al riparo sotto un albero, affinché non rimanesse sotto i raggi del sole.
Quando i sanitari del 118 sono arrivati sul luogo, il cittadino sudanese era già deceduto e secondo quando stabilito dai medici, la morte è stata causata da un infarto, come confermò l'autopsia del medico legale Roberto Vaglio.