Chiuse le indagini sul tragico incidente in cui ha perso la vita l’operaio Simone Martena, all’interno del cantiere per la costruzione del metanodotto Snam-Tap. L’avviso di conclusione porta la firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto procuratore Alberto Santacatterina. Cinque persone sono indagate per omicidio colposo con l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Si tratta di: Giovanni Muriana Triberio, 46 anni, domiciliato a Parma, legale rappresentante della Max Streicher spa, societàaffidataria dei lavori per la realizzazione del metanodotto; Enrico Marchiotti, 46enne domiciliato a Carmiano, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori”; Marco Cavalli, 57 anni, domiciliato a Monteroni, responsabile di cantiere e rappresentante dell’appaltatore durante i lavori; Francesco Cirillo, 50 anni, domiciliato a Carmiano, preposto per la fase lavorativa di saldatura di collegamento; Claudiu Daniel Saulea, 34enne di origini rumene, ma domiciliato a Merine, dipendente dell’impresa e conducente del mezzo cingolato “Pipe Welder”. Gli indagati assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Andrea Sambati, Federica Sambati, Fabio Traldi, Salvatore Arnesano hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive. I familiari della vittima, l’operaio Simone Martena, 34enne di Squinzano, sono assistiti dagli avvocati Luigi Rella ed Anna Maria Caracciolo.
L’inchiesta
La tragedia si è verificata la mattina del 27 maggio del 2020, presso il cantiere “SNAM Interconnessione Tap”, a Pisignano, frazione di Vernole. Secondo l’accusa, anzitutto, quel giorno non si sarebbe svolto il consueto “Tool Box Meeting”, un incontro giornaliero per programmare le misure di sicurezza e di tutela da adottare in funzione delle attività da svolgere e delle condizioni ambientali. Nello specifico, sostiene la Procura, Muriana Triberio avrebbe messo a disposizione dei lavoratori un’attrezzatura non conforme alle disposizioni legislative, con specifico riferimento al mezzo cingolato Welder Morooka MST-1500V, condotto dall’operaio Saulea che ha travolto Martena.
Invece, Marchiotti avrebbe dovuto verificare l’applicazione da parte delle imprese esecutrici, delle disposizioni contenute nel piano di sicurezza. Cavalli avrebbe dovuto verificare l’adozione di tutte le misure previste, a partire dall’uso di ganci di trattenuta che assicurassero la cabina agganciata alla gru. Inoltre, avrebbe consentito a Saulea di guidare il mezzo nonostante sapesse che non aveva formazione adeguata. Cirillo non avrebbe vigilato sulla mancata osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza. E non avrebbe sospeso i lavori nonostante il forte vento di tramontana. Infine, Saulea il conducente del cingolato, risponde per non aver usato correttamente il mezzo nella fase di trasporto della cabina da un punto di saldatura al successivo, su di un tratto dell’area di cantiere caratterizzato da spazi ristrettissimi, tenendo una velocità non adeguata (16/19 kmh). Sarebbe così accaduto che Martena, a bordo del cingolato, perdeva l’equilibrio e veniva schiacciato dal mezzo.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Vernole e dagli ispettori dello Spesal. L’inchiesta della Procura si èavvalsa della relazione del medico legale Alberto Tortorella che ha effettuato l’esame autoptico. Non solo, anche della consulenza dell’ingegnere Lelly Napoli per ricostruire la dinamica della tragedia.