Si conclude con una dura condanna, il processo con il rito abbreviato, a carico del giovane di Casarano accusato di duplice tentato omicidio, nell’ambito della faida tra clan mafiosi. Giuseppe Moscara, 25enne, detto Mozzarella, è stato condannato a 20 anni dal gup Michele Toriello. Il giudice, al termine del processo celebratosi nell’aula bunker di Borgo San Nicola, ha disposto anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per 2 anni, una volta espiata la pena. E poi, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il giudice ha condannato l’imputato per i reati di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di arma da fuoco, danneggiamento seguito da incendio.. Non solo, anche per il tentato omicidio di Antonio Amin Afendi, escludendo l’aggravante della premeditazione. E per il tentato omicidio di Luigi Spennato, escludendo l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Infine, è stato riqualificato in riciclaggio, il reato di ricettazione.
Il giudice ha invece assolto Moscara dal reato di distruzione della targa. Il gup ha anche disposto il risarcimento in separata sede ed una provvisionale di 50mila euro in favore di Luigi Spennato, vittima di un agguato, che si era costituito parte civile, attraverso l’avvocato Francesca Conte.
I sostituti procuratori Maria Vallefuoco e Massimiliano Carducci, al termine della requisitoria avevano invocato la condanna a 20 anni.
L’avvocato Simone Viva, difensore di Moscara, presenterà ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza entro 15 giorni. Il legale aveva presentato una perizia antropometrica, a firma del consulente tecnico di parte, l’ingegnere Luigina Quarta, per dimostrare che l’aspetto fisico di Giuseppe Moscara non corrispondeva a quello dell’attentatore. Il giudice aveva anche ammesso, su istanza della difesa, il verbale delle dichiarazioni rese da un testimone in un altro processo, che attesterebbero come l’auto noleggiata da Moscara non era stata utilizzata per compiere l’omicidio.
Le accuse
Il 25enne di Casarano deve difendersi da una serie di pesanti accuse. Risponde del tentato omicidio di Antonio Amin Afendi, raggiunto in macchina da una scarica di proiettili, il 25 ottobre del 2019. Il 28enne di origine marocchina, astro nascente del clan “Potenza”, mentre era fermo a bordo della sua Golf, fu avvicinato da un’altra macchina che diede fuoco con fucile e kalasnikhov. Afendi rimediò ferite multiple ed una estesa lacerazione alla base del collo, rischiando di morire.
Il nome di Moscara viene associato dagli inquirenti a un altro grave fatto di sangue. Secondo l’accusa, il 28enne apparterebbe al gruppo criminale che, il 28 novembre del 2016, cercò di eliminare Luigi Spennato, legato come Afendi, alla fazione un tempo capeggiata da Augustino Potenza, ucciso il 26 ottobre di quattro anni fa, nei pressi di un supermercato di Casarano. Anche per questo episodio Moscara risponde di tentato omicidio, nel ruolo di sicario. Secondo l’accusa, il 25enne sarebbe l’esecutore materiale, assieme ad Andrea Del Genio, mentre Luca Del Genio avrebbe avuto il ruolo di mandante dell’attentato a colpi di fucile e kalasnikhov. A seguito del tentato omicidio, Spennato rimediò gravi lesioni, tra cui cecità permanente e paraplegia.
Moscara, inoltre, risponde di associazione mafiosa. In questo contesto, secondo la Procura, il 25enne di Casarano avrebbe dato la propria disponibilità a uccidere Ivan Caraccio, successivamente finito in manette nell’operazione “Diarchia”. Fu il pentito Tommaso Montedoro a riferire agli inquirenti del piano, da lui stesso orchestrato, di eliminare Caraccio, perché era a conoscenza di essere a sua volta finito nel mirino di quest’ultimo.
E poi c’è l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish e marijuana). Sono una decina gli episodi contestati a Moscara ed avvenuti tra dicembre del 2017 e maggio del 2018, a Casarano e dintorni.
Moscara risponde anche dei reati di autoriciclicaggio ( riqualificato dal giudice in ricettazione) e di distruzione della targa svizzera di un Audi e danneggiamento seguito da incendio della stessa autovettura (provento di un furto avvenuto a Lido Marini). E per quest’ultimo reato, avrebbe agito in concorso con un’altra persona che lo avrebbe aiutato a dar fuoco all’Audi utilizzata per l’agguato ad Afendi, nei pressi del centro commerciale di Cavallino.
Moscara venne sottoposto a fermo il 3 novembre del 2019. Il gip Giovanni Gallo convalidò il provvedimento e confermò il carcere per Giuseppe Moscara. Si trova tuttora detenuto presso la Casa Circondariale di Voghera.