Poliziotti sotto copertura tra i clienti, arrestati 13 spacciatori. C’è anche un ex portiere del Lecce


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Sono riusciti a conquistarsi la fiducia degli spacciatori, fingendosi dei clienti interessati alla droga. Si sono mescolati tra il popolo della notte e hanno aspettato, con pazienza, che qualcuno gli offrisse una dose di cocaina. Polvere bianca che, alla fine, hanno acquistato per non destare “sospetti”, per ricostruire, pezzo dopo pezzo, il giro di spaccio nei luoghi della movida.

È stato grazie ai poliziotti sotto copertura, una “novità” per il Salento, che all’alba di questa mattina si è arrivati all’arresto “ritardato” di tredici persone (più una indagata a piede libero). Tutti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Alcuni sono volti già noti alla cronaca locale, come il portiere del Lecce, Davide Petrachi, passato dai riflettori del campo di calcio a quelli dell’operazione “Orione” che aveva smantellato tre organizzazioni criminali, specializzate nel traffico di sostanze stupefacenti. Ad incastrarlo, in quel caso, fu un pizzino. Ora, l’ex maglia giallorossa è finita nell’indagine «Movida» che, in appena un mese, è riuscita a svelare il lato negativo del divertimento: quello legato al consumo di droga.

Altri finiti in manette, invece, sono legati ai clan della malavita locale. Certo è che, la loro, era una presenza fissa nelle località affollate di giovani salentini e turisti, da Piazzetta Santa Chiara a Lecce a Torre Uluzzu a Nardò, passando per San Foca e Santa Cesarea Terme. Non c’è angolo dall’Adriatico allo Ionio che non sia finito sotto la lente di ingrandimento dei poliziotti “infiltrati”.

I nomi

In totale 13 persone (12 italiane e un marocchino) accusate, come detto del reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Una quattordicesima è indagata a piede libero.

Gli arrestati sono assistiti dagli avvocati: Raffaele Benfatto, Salvatore Donadei, Giuseppe Romano, Massimo Zecca, Gianpiero Geusa, Francesco Spagnolo, Massimo Muci, Marco Luigi Elia.

Dovanno presentarsi nelle prossime ore, dinanzi al gip Giulia Proto, per l’udienza di convalida dell’arresto.

 

Le indagini

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia, sono state condotte dalla squadra mobile di Lecce, guidata dal vicequestore Alessandro Albini, dal servizio centrale operativo della Polizia gestito dal dirigente Alfredo Fabbroncini e dai poliziotti del commissariato di Nardò, guidato dal vicequestore Pantaleo Nicolì.

Fondamentali sono stati i poliziotti undercover, agenti sotto copertura che, fingendosi clienti, hanno acquistato le dosi, permettendo così di ricostruire il quadro anche grazie all’uso delle telecamere nascoste. Un vero e proprio «esperimento» come lo ha definito in Questore di Lecce, Andrea Valentino che ha voluto sottolineare che l’operazione non ha voluto colpire il locali che vivono di turismo e le discoteche, ma il fenomeno dello spaccio di droga. «Abbiamo arrestato tredici spacciatori – ha dichiarato – che, oltre a compiere un reato, attentano alla salute dei nostri giovani».

«Nelle quasi 20 città italiane nelle quali è stato adottato questo sistema, le indagini si sono concluse con 500 arresti» ha dichiarato il primo dirigente dello Sco Alfredo Fabbroncini. «Per la prima volta, questa nuova metodologia investigativa dell’agente sotto copertura e dell’arresto ritardato è stata adottata a Lecce e consente di infiltrarsi nelle piazze e nelle zone della movida spesso ostiche per noi» ha spiegato.

I locali

La Questura di Lecce sta valutando la possibilità di sospendere la licenza per un periodo di tempo limitato, ai sensi dell’ex articolo 100 del Tulps, ai locali notturni finiti al centro delle indagini. Tra di essi il Ficodindia, in località Torre Uluzzu, a Nardò; Le Darsene, a Porto Cesareo e il Guendalina, a Santa Cesarea Terme.

Nulla è ancora certo. Ora bisogna capire.