Domenica la notizia della morte di una 49enne, presso l’ospedale di Casarano, dove, dopo un ricovero di diversi giorni è deceduta, sembrerebbe, a causa del Morbo di Creutzfeldt-Jacob, meglio conosciuto come “Sindrome della Mucca Pazza”.
Oggi, la comunicazione ufficiale della Asl di Lecce riguardante un uomo di 67 anni morto per la stessa malattia. A confermarlo l’autopsia del tessuto celebrale che ha evidenziato il MCJ
Il 67enne, aveva manifestato circa un mese e mezzo fa la comparsa di disturbi della memoria, del linguaggio e disorientamento spazio-temporale. Alla sintomatologia cognitiva si associava una deambulazione a base allargata con instabilità dell'equilibrio ed impaccio motorio, oltre ad alcuni disturbi visivi.
L’uomo è stato ricoverato nel reparto di neurologia dell'ospedale di Casarano il 10 luglio scorso a seguito di un episodio di perdita di conoscenza e, durante la degenza, ha iniziato a presentare gravi disturbi comportamentali quali irrequietezza e agitazione psico-motoria e aggressività fisica e verbale.
Gli esami effettuare la diagnosi sono stati mirati inizialmente all’individuazione della causa tra un’eventuale encefalopatia di origine tossica o autoimmune o demenza a rapida progressione.
Gli approfondimenti clinici e diagnostico-strumentali, però, hanno tuttavia orientato per una diagnosi di Malattia di Creutzfeldt-Jakob. Dopo aver formulato la diagnosi, l’anziano è stato dimesso al proprio domicilio con protocollo di dimissione ospedaliera protetta, dove, poi, è deceduto.
L'esame autoptico con conferma della MCJ è stato effettuato a Brindisi e, da qui, il tessuto cerebrale è stato inviato a Bologna per l'individuazione, entro alcune settimane, della variante della malattia.
"Fino ad oggi nessun caso della sindrome in questione verificatosi nel Salento è ascrivibile alla forma di origine alimentare – ha affermato il direttore generale della Asl di Lecce Giovanni Gorgoni – i rigidi protocolli di tracciatura e controllo delle carni intervenuti dopo le epidemie in Gran Bretagna ci rassicurano per il futuro.
L'aspetto che invece più ci preoccupa è l'incidenza elevata di casi rispetto alla media nazionale e regionale: quello di oggi è il quarto caso nell'anno, che si aggiunge ai sette registrati nel 2013, mentre, nel 2014, non si è verificato alcun caso.
I dati – conclude Gorgoni – fanno pensare alla presenza di un cluster specifico nel basso Salento, meritevole di approfondimento e la quota non trascurabile dei casi legati a cause genetiche o sporadiche e ignote rende necessaria un’analisi mirata e urgente di concerto con l'Istituto Superiore di Sanità".
Da uno studio condotto dal servizio di igiene pubblica della Asl Lecce nel corso del 2014 il Salento registra una incidenza di 9,9 casi per milione di abitanti contro l'1,7 della media Puglia e il 7,6 della media Italia.