Si sarebbe appropriato della "percentuale" sulle visite da versare all'Asl e un medico ortopedico di Maglie in pensione è finito sotto processo. Il gup Cinzia Vergine, al termine dell'udienza preliminare, ha rinviato a giudizio con l'accusa di peculato, Luigi Refolo, 68 anni di Maglie. L'imputato dovrà presentarsi il prossimo 5 giugno, innanzi ai giudici in composizione collegiale, per l'inizio del processo.
Refolo lavorava all'epoca dei fatti presso l'ospedale di Scorrano, ma aveva l'autorizzazione a svolgere attività libero professionale intramoenia allargata. Secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco, l'imputato si sarebbe appropriato della somma complessiva di ben 42.576 euro (il 70 per cento sull'incasso di complessivi 60.823 euro euro), che invece, in base alla legge, sarebbe dovuta finire nelle casse dell'Asl, avendo Refolo svolto le visite in regime "intramoenia".
Tra il 2009 e settembre del 2012, l'ortopedico avrebbe visitato un numero imprecisato di pazienti, presso il proprio studio privato a Maglie, senza rilasciare la ricevuta fiscale. Nello specifico egli avrebbe "intascato": 16.508 euro relativi al 2009; la somma di 20.025 per il 2010; 12.250 euro per l'anno 2011 ed infine 12.040 euro in relazione al 2012.
Luigi Refolo è assistito dagli avvocati Luigi Corvaglia ed Antonio Costantini. Invece, l'Asl si è costituita parte civile con l'avvocato Alfredo Cacciapaglia.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ha preso l'avvio da alcuni controlli "a tappeto" della Guardia di Finanza di Maglie che accertarono le violazioni contestate al professionista.
Nel marzo 2016, Refolo è stato già condannato ad 1 anno ed 8 mesi per peculato (con sospensione della pena) dal gup Stefano Sernia, al termine del processo celebratosi con il rito abbreviato. Nel periodo compreso tra luglio e settembre 2012, l'ortopedico avrebbe visitato sei pazienti presso il proprio studio privato a Maglie, senza rilasciare la ricevuta fiscale. Nello specifico, avrebbe "intascato" delle somme, oscillanti tra i 30 ed i 100 euro (per un valore complessivo di 371 euro), ma senza corrispondere all'Asl il 70 per cento calcolato sull'incasso.