Omicidio all’IperMac di Casarano, Augustino Potenza aveva un appuntamento al parcheggio del supermercato?


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Augustino Potenza freddato da killer professionisti nel tardo pomeriggio di mercoledì, stava aspettando qualcuno, ma non credeva di avere “appuntamento" con la morte.  
 
Quindi era in attesa di una persona di cui si fidava, inconsapevole del fatto che di lì a breve, sarebbe stato oggetto di un'imboscata. È ciò che emergerebbe dai primi accertamenti investigativi, corroborati da alcuni dati certi.
 
Il 42enne di Casarano negli ultimi tempi si muoveva con disinvoltura nel paese (era stato avvistato nella stessa zona del supermercato) e anche nella giornata della sua esecuzione in pieno stile mafioso, non girava armato. Gli inquirenti, adesso, cercano di far luce sul "perché"  Potenza si trovasse nel parcheggio, seduto all'interno dell'abitacolo della sua Audi e su  "chi" , eventualmente, stesse aspettando. Inoltre, sarebbe venuto a galla un litigio a pochi giorni di distanza dall'omicidio, con un esponente criminale.
 
Intanto, ieri mattina si è svolta  una riunione operativa nella stanza del procuratore capo della Dda Antonio De Donno, per fare il punto della situazione su questa prima fase d'indagini, alla presenza del comandante provinciale dei Carabinieri Giancarlo Zanchi e del sostituto procuratore Guglielmo Cataldi. Gli inquirenti stanno vagliando ogni elemento e partendo da una vasta gamma di ipotesi, sperano ben presto di chiudere il cerchio e di potersi concentrare sulla pista giusta.

Invece, sempre nel pomeriggio di ieri, il medico legale Roberto Vaglio  ha eseguito l'autopsia che ha " certificato" la presenza di undici proiettili in varie parti del corpo di Potenza. Le pallottole hanno colpito il 42enne al braccio sinistro, al torace e al fianco sinistro e anche al volto il 42enne, ma sono fuoriusciti.
 
Intanto, continuano a spron battuto le indagini. Gli investigato ripotranno fare affidamento anche su alcune immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato (soltanto parzialmente guasto) e su altri impianti. La  zona circostante al luogo del delitto, fortunatamente, è coperta da un buon numero di telecamere.
 
Sono stato ascoltati numerosi testimoni e si sta analizzando il contenuto della scheda sim del telefonino di Potenza. La speranza degli investigatori è di trovare "tracce" ed eventuali riscontri su contatti con esponenti della criminalità organizzata.
 
Ad ogni modo si continua "scavare" nel passato ma anche nel presente di Augustino Potenza. Il 42enne di Casarano vantava un curriculum criminale di un certo spessore, legato a doppio filo alla frangia della Scu capeggiata da Vito Di Emidio. Negli ultimi anni, dopo l'assoluzione per il duplice omicidio dei coniugi Fernando D'Aquino e Barbara Toma e di Cosimo e Fabrizio Toma, rispettivamente padre e figlio, potrebbe non avere chiuso i conti con un ingombrante passato. Potenza potrebbe avere svolto un ruolo ancora attivo negli affari più redditizi della malavita organizzata, quali droga, racket delle estorsioni, riciclaggio di denaro sporco; pestando i piedi a qualche elemento di spicco della criminalità, anche su un territorio ben più vasto di quello di Casarano e dintorni .
 
Una certezza ad ogni modo, gli inquirenti c'è l'hanno. L'area di Casarano che già in passato è stata terreno fertile per gli affari della criminalità organizzata e oggetto di un feroce controllo del territorio si sta risvegliando in tutta la sua recrudescenza. Come sottolineato nei giorni scorsi dal procuratore capo Cataldo Motta, "la pax mafiosa è stata violata"e non sono da escludere nuove faide ed episodi di sangue.