“Pur in presenza di un disturbo di personalità il fatto-reato è stato compiuto in modo lucido”. Il professore Andrea Balbi ed il neuropsichiatra Massimo Marra, i due periti nominati dai giudici della Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, giudice togato Francesca Mariano ed i giudici popolari) hanno esposto presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, le conclusioni della perizia psichiatrica su Antonio De Marco, il killer reo confesso Daniele De Santis e Eleonora Manta.
Come anticipato nei giorni scorsi, secondo i consulenti, il 21enne di Casarano era capace d’intendere e di volere quando uccise a coltellate Daniele De Santis e Eleonora Manta, il 21 settembre scorso, nell’abitazione di via Montello. E come sostengono i due periti, la suddetta capacità, “pare sia stata messa al servizio dei propositi omicidiari derivanti da rabbia e invidia“.
Non solo, poiché il giovane di Casarano è stato ritenuto dai consulenti, capace di stare in giudizio e dunque di affrontare un processo. “Nel complesso De Marco è risultato lucido, in grado di percepire la realtà e di rapportarsi ad essa secondo scelte logiche e motivate”.
Secondo gli specialisti, il professore Andrea Balbi ed il neuropsichiatra Massimo Marra, “De Marco farebbe parte di quei casi con “Empatia 0″, che trovano difficile avere rapporto con gli altri e non possono provare rimorso o senso di colpa perché non capiscono che cosa l’altra persona stia provando”. E tale condizione sarebbe maturata già a partire dai tempi del liceo.
E ritengono che lo studente 21enne, sia affetto da un disturbo narcisistico della personalità, sottotipo convert che gli consente però di essere lucido e di pianificare le azioni violente. Tecnicamente, scrivono i periti si tratta di “una disregolazione degli stati emotivi che non incide sulla comprensione della azioni e sul loro valore antisociale”.
E aggiungono i consulenti: “le sue azioni non furono d’impeto…ma nei mesi furono pensate e costruite senza remore e senza rimorso”. E sottolineano, “assistiamo ad una programmazione che segue un lucido percorso finalizzato all’omicidio, scelto come soluzione dei suoi problemi. E vissuto con maligna onnipotenza”.
Erano presenti anche oggi in aula, il procuratore capo Leonardo Leone De Castris ed il sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini che avevano nominato come consulenti di parte, il professore Stefano Ferracudi e lo psichiatra Domenico Suma.
La pm Moschettini ha chiesto ai due periti se si può parlare di un componente sadica nella personalità di De Marco, considerando le modalità efferate dell’omicidio della giovane coppia, anche in considerazione del materiale pedopornografico ritrovato nei dispositivi elettronici del ragazzo di Casarano. E gli specialisti hanno risposto affermativamente alla domanda formulata dalla Pubblica Accusa.
La famiglia di Daniele De Santis è invece assistita dagli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra. Sia i genitori che le sorelle, hanno affidato l’incarico al professore Alessandro Meluzzi, che ha già seguito casi importanti a livello nazionale come l’omicidio di Meredith Kercher e quello di Chiara Gambirasio, coadiuvato dalla psicologa Vincenza Marzo.
Per la mamma, lo zio e la nonna di Eleonora (avvocati Francesco Spagnolo, Stefano Miglietta, Fiorella D’Ettorre) sono stati nominati il professore Roberto Catanesi di Bari e la psichiatra leccese Mariangela Pascali. Il padre (avvocato Luca Piri) si è invece affidato alla criminologa Roberta Bruzzone.
La difesa di De Marco, rappresentata dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario, si è affidata ai consulenti di parte, Elio Serra e Felice Carabellese.
Antonio De Marco, ritengono i consulenti nella relazione depositata contestualmente alla richiesta di perizia psichiatrica, “è un giovane affetto da un grave quadro psicopatologico, composito e complesso, probabilmente non ancora del tutto strutturatosi in un disturbo più netto e delimitabile che rimanda tuttavia, senza alcun dubbio, alla dimensione psicotica prima di tutto ed autistica pure della psicopatologia”.
Il supplemento di perizia
I legali del 21enne di Casarano hanno avanzato alcune obiezioni in aula sulle conclusioni della perizia psichiatrica e sulla mancata somministrazione di ulteriori test ed accertamenti psicodiagnostici.
Inoltre, secondo la difesa, non sarebbero stati analizzati tutti gli scritti di De Marco, tra cui il quaderno giallo (il diario dei pensieri del giovane), ritrovato in via Fleming.
Alla luce di quanto emerso in aula, i giudici hanno disposto un supplemento di perizia alla presenza di un grafologo, sulla capacità di intendere e di volere per permettere ai consulenti un nuovo approfondimento sul diario ritrovato in via Fleming, entro il termine di 60 giorni. E sulla base di quanto richiesto dal pm Moschettini, sarà analizzata anche una lettera di De Marco, scritta in carcere.
Nella prossima udienza del 6 luglio avrà comunque inizio l’istruttoria e l’ascolto di 8 testimoni, poiché l’imputato è stato dichiarato capace di stare in processo.
La Procura ha intanto chiesto di ascoltare in aula Antonio De Marco, ma difficilmente presterà il consenso ad essere sentito nel corso del processo. Anche le varie parti hanno indicato la loro lista dei testi e l’ascolto dei consulenti di parte.