Morte dell’imprenditore Giovanni Mauro: il giudice archivia l’inchiesta


Condividi su

Il giudice dice no ad ulteriori accertamenti sulla morte di Giovanni Mauro, l’imprenditore di Gallipoli aggredito il 19 settembre del 2012, all’interno della sua villa in campagna di località Macchiaforte e morì dopo una lunga agonia, il 2 giugno del 2013.

Il gip Antonia Martalò afferma nel decreto di archiviazione: “Allo stato non si vedono ulteriori percorsi investigativi. La richiesta di prosecuzione delle indagini è evidentemente inammissibile perché tende a prove già assunte o del tutto inutili. Per tali ragioni deve ritenersi inammissibile l’opposizione”. Secondo il giudice Martalò “l’orario dell’accertata presenza di una donna nei pressi della villetta del Mauro, non è compatibile con l’aggressione dell’uomo”.

Tale aspetto sarebbe emerso con chiarezza dai tabulati telefonici. Infine, il gip ritiene inutile risentire due testimoni, per avere chiarimenti sull’orario di arrivo in casa della vittima, poiché già all’epoca dei fatti avevano fornito indicazioni precise ed attendibili.

L’istanza di opposizione, era stata presentata, per conto della famiglia di Mauro, dall’avvocato Vincenzo Capoti, affiancato dalle criminologhe Isabel Martina e Roberta Bruzzone.
Il pm Massimiliano Carducci, che ha chiesto per la seconda volta l’archiviazione dell’inchiesta, inizialmente aveva anche iscritto nel registro degli indagati una donna gallipolina di 45 anni, assistita dall’avvocato Pompeo De Mitri.

La prima opposizione all’archiviazione

In precedenza, però, la dr.ssa Martalò, attraverso apposita ordinanza del febbraio del 2016, aveva accolto la prima richiesta di opposizione dei familiari della vittima. Le nuove indagini richieste vertevano su due punti fondamentali. Anzitutto, la ricerca di eventuali tracce biologiche da verificare su uno dei reperti non ancora analizzati: una chiavetta spezzata trovata in prossimità della scena del delitto. Non solo, anche l’accertamento sulle utenze eventualmente intercettate dalle celle telefoniche, all’interno della villa e ricollegabili al Mauro.

Il pm avrebbe quindi espletato ulteriori accertamenti investigativi, che potessero far luce sulla vicenda ancora avvolta dal mistero, ma nessun nuovo elemento venne ravvisato dagli organi inquirenti.

L’inchiesta

L’imprenditore gallipolino, il 19 settembre di quattro anni fa, si era allontanato dalla cava dove si era recato a sovrintendere un lavoro per fare ritorno nella villa di campagna. Le indagini non permisero di capire, se si fosse trattato di un’aggressione premeditata a scopo di rapina. Di certo, chi si trovava nel giardino della casa di Mauro, sottrasse il cellulare e il portafoglio dell’uomo. All’interno della villetta, invece, non furono ritrovate impronte o la possibile arma del delitto.