Omicidio Noemi Durini: no all’archiviazione per i genitori di Lucio. Le indagini proseguono


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Disposte altre indagini sulla posizione dei genitori di Lucio Marzo, nell’inchiesta sull’omicidio di Noemi Durini. Il gip Vincenzo Brancato ha accolto l’istanza dei genitori della 16enne di Specchia, convinti che l’ex fidanzato, non possa aver fatto tutto da solo.

Recepita dunque la richiesta degli avvocati Mario Blandolino e Claudia Sorrenti che difendono la madre e la sorella di Noemi. Il legale Francesco Zacheo assiste il padre della studentessa di Specchia.

La richiesta di opposizione all’archiviazione

Dopo l’udienza camerale dei giorni scorsi, il giudice ha disposto, per i prossimi quattro mesi, nuovi accertamenti sulle circostanze della sua morte.

Il gip ritiene che ” il supplemento investigativo richiesto non può essere disatteso, assecondando il giudizio prognostico sul relativo esito formulato dal pm, secondo il quale ogni accertamento sarebbe superfluo alla luce di quelli già svolti. Continua il giudice, “tale affermazione infatti costituisce una mera anticipazione di conclusioni, allo stato solo parzialmente giustificate dalle indagini svolte, privando gli opponenti di investigazioni necessarie e conseguenziali alle loro deduzioni”.
Nell’istanza della difesa favore dei genitori di Noemi, erano stati richiesti nuovi e più approfonditi accertamenti tecnici sulle celle telefoniche, per capire, soprattutto, se vi fossero tracce di altre persone sulla scena del delitto. A tal proposito, occorre ricordare, i legali si sono avvalsi della consulenza informatica dell’ingegnere Luigina Quarta.
Il gip ha ordinato “acquisizione del traffico telematico dell’apparecchio e delle sim Card riferibili a Noemi Durini, Marzo Lucio, Biagio Marzo e Rizzelli Rocchetta, dal giorno precedente l’omicidio della prima all’arresto dell’imputato”. Non solo, anche “l’acquisizione ed esame delle riprese effettuate dagli impianti di videosorveglianza relativi ai movimenti dell’autovettura FIAT 500 dal ( o verso il) luogo di residenza degli indagati, al luogo del delitto e viceversa, dall’1-9-2017 al 11-9-2017”.
Inoltre, il giudice ha “disposto il sequestro degli ulteriori massi utilizzati per il seppellimento del corpo di Noemi Durini e consulenze sui medesimi volti a rilevare possibili tracce di cellule epiteleali appartenenti agli indagati”.
Infine ulteriori accertamenti bio molecolari sugli indumenti indossati dalla vittima e sottoposti a sequestro, finalizzato al rinvenimento di tracce biologiche appartenenti agli indagati.

Biagio Marzo era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere. La moglie Rocchetta, rispondeva invece dell’ipotesi di reato di favoreggiamento personale, nei confronti del figlio. Sono assistiti dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco. Invece, la Procura è rappresentata dal Pubblico Ministero Donatina Buffelli, titolare del fascicolo d’indagine che ha chiesto l’archiviazione del procedimento. I Difensori della famiglia Marzo si sono “allineati” alle conclusioni del pm.

Le lettere di Lucio

Il 18enne di Montesardo aveva tirato in ballo il padre, affermando che lo avrebbe aiutato a seppellire il corpo della povera Noemi. Di questa lettera, il giovane ha parlato nel corso di un interrogatorio svoltosi nei mesi scorsi. Successivamente, nel corso dell’udienza preliminare avrebbe però ritrattato, dicendo di aver fatto tutto da solo.

L’inchiesta riguarda le altre missive scritte dal carcere minorile di Quartucciu, in cui accusava un meccanico di Patù di “soppressione di cadavere” , in relazione all’omicidio di Noemi Durini. Fausto Nicolì presentò denuncia contro Lucio.
Il giudice ha archivato la posizione di Fausto Nicolì, assistito dal legale Luca Puce. Infatti, afferma il giudice, “le operazioni di intercettazione, di perquisizione e la consulenza sui telefoni ..hanno prodotto esito negativo; il relativo procedimento va quindi archiviato per infondatezza della notizia di reato”.
Invece, continua il gip, “a siffatte conclusioni non può invece pervenirsi per quel che concerne l’ipotizzato coinvolgimento degli indagati Biagio Marzo e Rizzelli Rocchetta nei reati di omicidio della minore Noemi Durini e di soppressione del suo cadavere”.

Il pm Donatina Buffelli aveva anche aperto un’inchiesta, iscrivendo Nicolì nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Successivamente, il pm Buffelli ha chiesto l’archiviazione del procedimento per Nicolì, anche per l’infamante accusa di prostituzione minorile. Inoltre, Nicolì ha denunciato Lucio per calunnia. L’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato.

L’omicidio di Noemi

Quando uscì alle prime luci del mattino, quel 3 settembre, Noemi non sapeva che sarebbe salita in macchina con il suo assassino. Il suo ex fidanzato, all’epoca 17enne, era passato a prenderla con l’auto della mamma nonostante non avesse la patente e dopo aver raggiunto le campagne di Castrignano del Capo, dove poi è stata ritrovata 10 giorni dopo la scomparsa, l’ha ammazzata, utilizzando un coltello da cucina che non è mai stato ritrovato.

Noemi, però, è morta per «insufficienza respiratoria acuta conseguente ad asfissia da seppellimento mediante compressione del torace e dell’addome». Era viva quando il suo assassino l’ha ricoperta con le pietre di un muretto a secco. La coltellata, nonostante sia stata violenta visto che la lama si è spezzata, non è stata fatale.