Restano in carcere i due "finti Nas" arrestati il 2 maggio scorso per un ingegnoso piano estorsivo ai danni di cinque malcapitati.
Il Tribunale del Riesame (Presidente Maria Pia Verderosa, relatore Antonio Gatto, a latere Anna Paola Capano), ha rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dai difensori dei due coniugi di Casarano, Luigi e Caterina Bevilacqua, 44 e 37 anni.
Nello specifico, gli avvocati Mario Coppola e Roberto Bray hanno chiesto che il reato di estorsione aggravata (rispondono anche di sostituzione di persona), contestato ai propri assistiti, venisse riqualificato in truffa aggravata. I giudici del Riesame hanno ritenuto che i fatti storici e materiali fossero di natura estorsiva e ciò sarebbe stato "confermato" dai due Bevilacqua (nell'udienza di convalida, i coniugi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere) nel corso della deposizione in aula.
Nel caso in cui, l'istanza fosse stata accolta, "automaticamente" i coniugi Bevilacqua sarebbero stati scarcerati, poiché per questo tipo di reato, non è prevista dal nostro codice la detenzione in carcere.
Ricordiamo anche che, il sostituto procuratore Giovanni Gagliotta ha chiesto nelle scorse ore per entrambi il giudizio immediato. L'istanza è stata accolta dal gip Cinzia Vergine che ha fissato la data del processo. Nel frattempo però, i legali di Luigi e Caterina Bevilacqua presenteranno richiesta di rito abbreviato.
Le indagini sono state condotte dai "veri" Nas e dai carabinieri di Casarano e Tricase, nell'ambito dell'operazione investigativa "Cavallo di Troia". Secondo l'accusa, per diversi mesi i due coniugi, volti già noti alle forze dell’ordine, hanno finto di essere carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione.
La coppia aveva architettato un piano a cui era difficile non credere. Le vittime, scelte tra le vecchie conoscenze dell’uomo, ‘ufficialmente’ commerciante di animali, venivano contattate telefonicamente dalla moglie (si fingeva medico dei Nas) e minacciate di ispezioni meticolose, multe salatissime e persino di chiudere/sospendere la loro attività, se non fosse stato trovato tutto in regola.
Sono cinque gli episodi contestati a partire dal dicembre dello scorso anno (uno è di tentata estorsione), verificatisi a Casarano, Diso, Melissano, a Poggiardo e Calimera.