Di entrambi si erano prese le tracce, dopo il blitz di martedì scorso, ma nel pomeriggio di oggi si sono costituiti. Parliamo dei due indagati dell’inchiesta “Fenice neretina”, raggiunti da misura cautelare in carcere. Si tratta di Antonio Duma, 64 anni e Alberto Simone, 27 anni, entrambi di Nardò. Il primo è considerato il capo della presunta associazione criminale dedita alla spaccio di droga. L’altro, è ritenuto uno degli organizzatori del sodalizio.
Antonio Duma si è costituito autonomamente in caserma, mentre Alberto Simone, si è presentato ai carabinieri di Nardò, accompagnato dal proprio legale. Duma è difeso dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Massimo Muci. Simone è difeso dall’avvocato Andrea Bianco. I due dovrebbero essere interrogati nella giornata di lunedì prossimo dal gip Tea Verderosa.
Va detto che martedì sera, il 50enne Massimo Cosimo Schirinzi, 50enne neretino, anche lui indagato, ma con un ruolo secondario nell’inchiesta e raggiunto da ordinanza di misura cautelare in carcere, si è costituto in caserma a Gallipoli, accompagnato dal suo legale.
Intanto, mercoledì scorso, hanno preso il via gli interrogatori degli arrestati nel blitz di martedì, culminato con ben 19 arresti (10 in carcere e 9 ai domiciliari) nell’ambito dell’inchiesta “Fenice neretina” con 51 indagati.
Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata a detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali, con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, sono state condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Lecce. Tutto ha preso il via nel giugno del 2020, con l’arresto per spaccio a Galatone di un giovane. I successivi approfondimenti investigativi hanno portato alla luce due filoni paralleli, in costante contatto, che si spartivano le due principali aree di spaccio della parte ionica del Salento, tra i centri di Nardò – comprensiva delle due marine Santa Caterina e Santa Maria al Bagno- Gallipoli, Galatone e Sannicola. Ed è emerso un traffico di cocaina, eroina, marijuana e hashish, che venivano smerciate anche nelle località marine.
L’organizzazione ricorreva all’utilizzo di armi ed ai pestaggi, per il recupero dei crediti relativo alla cessione di stupefacenti.
In una circostanza, nei pressi di un bar di Nardò, un uomo venne aggredito, il giorno di Santo Stefano del 2021, con calci e pugni al volto, tanto da rimediare lo sfregio permanente del viso.