Il Riesame accoglie le richieste di arresto della Procura per quattro indagati, tra cui un finanziere, nell’ambito dell’operazione investigativa “Filo d’Arianna“, che ha portato a ben 16 arresti, nel maggio scorso. Sono state invece rigettate altre tre istanze. Ricordiamo che la Procura aveva chiesto la misura cautelare in carcere per altri sette indagati, ma il gip Laura Liguori aveva rigettato l’istanza per l’insussistenza delle esigenze cautelari.
Invece, il Tribunale del Riesame (presidente Simona Panzera, relatrice Pia Verderosa, a latere Giovanni Gallo), in queste ore, ha accolto l’appello del pm Carmen Ruggiero della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce che aveva impugnato l’ordinanza del gip, per Gerardo Civino, 44 anni, residente ad Arnesano, in servizio all’epoca dei fatti, presso il comando della Guardia di finanza di Brindisi; Vito Giancane, 44enne di Monteroni; Alessandro Ciminna, 38 anni di Monteroni (per due capi d’imputazione) e Giovanni Parlangeli, 41enne di Lecce, che in base a quanto emerso dalle indagini, risulterebbe collegato ai Tornese, ma reggente del clan Padovano. Va detto che gli arresti non sono immediatamente esecutivi ed il collegio difensivo potrà proporre ricorso in Cassazione.
I fatti contestati dalla Procura nei confronti del finanziere Gerardo Civino, che nell’ordinanza del gip relativa all’operazione “Filo d’Arianna” risulta indagato a piede libero, si sarebbero verificati tra agosto del 2020 e gennaio del 2021.
Secondo l’accusa, Civino custodiva lo stupefacente all’interno della propria abitazione e fungeva da corriere della droga.
Non solo, poiché secondo l’accusa, il finanziere rivelava segreti di ufficio che dovevano rimanere segreti, poiché riferiva a Tarantino Ludovico e a Tarantino Gabriele (entrambi arrestati) della esistenza di attività di intercettazione in corso che riguardavano traffici illeciti con l’Albania.
Va detto, che nel corso di una perquisizione domiciliare, i carabinieri del Ros hanno poi rinvenuto nel seminterrato dell’abitazione 8 involucri di cellophane contenenti complessivamente 4,724 chili di cocaina.
Il gip Sergio Tosi ha poi convalidato l’arresto in flagranza di Civino ed applicato la misura cautelare del carcere.
Nel corso dell’udienza di convalida, il finanziere, difeso dall’avvocato Augusto Pastorelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Invece, è stata invece rigettata dal Riesame la richiesta di arresto della Dda per Francesco Politi (detto Checco), 45 anni di Monteroni, che secondo l’accusa, si sarebbe occupato della gestione illegale delle attività economiche nel settore del commercio e della distribuzione del caffè; Rosy Colelli, 45enne di Monteroni (moglie di Gabriele Tarantino). E poi, Antonio D’Agostino, 50enne di Carmiano che sarebbe stato a disposizione del clan per attività estorsive.
Intanto, nei giorni scorsi sono stati rigettati i ricorsi al Riesame avanzati dalle difese, per alcuni indagati che restano dunque in carcere.
L’inchiesta “Filo d’Arianna ” ha riguardato le presunte attività illecite del clan Politi. E vengono contestate a vario titolo, le ipotesi di reato di: associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi, reati di frode.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, a capo dell’organizzazione vi era Gabriele Tarantino, 44enne residente a Preganziol di Treviso, ma domiciliato a Monteroni, ritenuto il luogotenente di Saulle Politi, attualmente detenuto per altra causa. Tra i personaggi di spicco, anche Fernando Nocera, 68enne, a capo dell’omonimo clan su Carmiano.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Romano, Cosimo D’Agostino, Valeria Corrado, Rocco Vincenti, Stefano Prontera, Stefano Pati, Cesare Placanica, Laura Minosi, Antonio Savoia, David Alemanno.