A pochi mesi dall’Operazione Ghost Wine, che nel luglio scorso ha portato i militari dell’Arma, dopo mesi di indagini a sgominare tre associazioni a delinquere in provincia di Lecce, per certi versi complementari tra loro, che avevano messo in atto un sistema commerciale che permetteva di ottenere prodotto vinoso a basto costo, commercializzato successivamente come di qualità o addirittura biologico, Doc e Igt, i Carbinieri del Nucleo Antisofisticazioni della “Capitale del Barocco”, in collaborazione con il personale dell’Ispettorato Repressione Frodi (ICQRF), ha eseguito un decreto emesso dall’Autorità Giudiziaria che ha portato al sequestro di 89 contenitori di varia capacità, all’interno dei quali erano custoditi 10milioni di litri, di prodotto vinoso, già interessati da sequestro amministrativo e adesso destinati alla confisca.
L’attività eseguita rientra nell’ambito degli accertamenti eseguiti a margine dell’operazione “Ghost Wine”.
Ghost Wine
Nello specifico attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e della barbabietola, si aumentava il volume del mosto. Gli investigatori, inoltre, si sono trovati di fronte a veri e propri professionisti, in quanto le miscele erano talmente ben combinate da fare sì che le strumentazioni per il controllo della qualità avessero difficoltà nell’attestare la non genuinità del prodotto.