Operazione ‘Serpe’ su rapine ed estorsioni nel Salento, i sei indagati fanno scena muta


Condividi su

Fanno "scena muta" i sei indagati dell'Operazione "Serpe” (dal nome di un vicolo di Copertino in cui i sodali si davano appuntamento) raggiunti da un ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. In mattinata, dinanzi al gip Michele Toriello, si è svolto l'interrogatorio di garanzia. Francesco Nestola 35 anni di Copertino, alias “Mpuddria” e Massimo Signore 50enne di Lecce, detto “Zio Massimo”; Gianmarco Calcagnile, detto Musetto, 29 anni di Porto Cesareo; Pamela De Matteis, 25enne di Melendugno ; Sabrina Malinconico, 25enne di Lecce; Giovanni Savina, 20enne di Copertino si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
 
Vi sono anche sette persone indagate a piede libero: Fabrizio Basso, 28enne di Copertino; Ilene Bevilacqua, 21enne di Lecce; Costica Brinzoi, 21 enne di origini rumene , residente a Copertino;Mirko Maiorano 24 anni di Monteroni; Gluiliano Zilli, 20 anni di San Cesario; Pierpaolo Zilli, 23enne anch'egli di San Cesario; Emanuele Bucisca, 32enne di Calimera.
Il provvedimento emesso dal gip fa riferimento a due distinte organizzazioni, facenti capo rispettivamente a Nestola e Signore, cui facevano da trait d'union le due ragazze indagate, ristrette ai domiciliari.

Gli indagati rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di: rapina aggravata, furto aggravato e di alcuni episodi di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono assistiti dagli avvocati Giancarlo Dei Lazzaretti, Daniele Scala, Luigi Rella, Vincenzo Carbone .

L' Operazione investigativa "Serpe" è culminata con un blitz condotto dai carabinieri di Gallipoli e Copertino, coordinati rispettivamente dal tenente Francesco Battaglia e dal luogotenente Salvatore Giannuzzi. su richiesta del sostituto procuratore, Roberta Licci.

Due delle rapine accertate sono state messe a segno il 5 gennaio del 2015, ai danni del market “Meta” di Copertino e del “Sisa” di Monteroni di Lecce. Uno degli indagati, Fabrizio Basso, venne riconosciuto risalendo ad una Fiat Stilo di colore grigio. In precedenza, il gruppo avrebbe effettuato altre due rapine: ad una ricevitoria di Porto Cesareo e in un centro scommesse a  Salice Salentino.

Fondamentale ai fini investigativi, l’acquisizione dei filmati di videosorveglianza e dei tabulati telefonici. Successivamente sono state le intercettazioni ambientali all’interno di una delle vetture utilizzate dagli arrestati, a completare il quadro indiziario e a far luce sul secondo filone investigativo. In tal senso, è risultata determinante, la denuncia di una presunta vittima.

Insieme ad altri "bersagli" del gruppo, l'uomo esercitava l’attività abusiva di parcheggiatore non soltanto all’esterno del centro commerciale “Mongolfiera”, ma anche fuori dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in piazza Libertini e al “Mercatone Uno”. Essi erano costretti a versare una “tassa fissa” di 100 euro a settimana.