Operazione “Tornado” su associazione criminale emergente: terminati gli interrogatori


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Terminati gli interrogatori di garanzia dei trenta arrestati, nell’ambito dell’operazione investigativa «Tornado» che ha fatto luce sugli ‘affari’ di un’associazione criminale emergente.
Questa mattina, il gip Sergio Tosi ha ascoltato gli indagati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. Hanno risposto alle domande del giudice: Giorgio Piccinno, detto “Bambi”, 30 anni e Sarah Piccinno, 36 anni, entrambi di Scorrano. Hanno sottolineato la loro estraneità ai fatti contestati. Stesso discorso per Gloria Fracasso, detta “Bessy”, 47 anni, di Scorrano, Franco Frisari Tamborino, 39 anni, di Maglie e Andrea Carrisi, 30 anni, di Botrugno.
Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere: Daniele Antonazzo, 34 anni, di Supersano, Luca Presicce, 26 anni, di Scorrano; Marco De Vitis, 43 anni, di Supersano e Mirko Ruggeri, detto “Stromberg”, 45 anni di Scorrano.
Invece, Massimiliano Filippo, detto “Cuoco”, 42 anni, di Scorrano, indagato a piede libero, è stato interrogato dal pubblico ministero Maria Vallefuoco. L’uomo, che risponde di concorso esterno in associazione mafiosa, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Filippo, dipendente della ditta Nuova Era, amministrata dal “primo cittadino” di Scorrano Guido Stefanelli, sarebbe stato, secondo il gip Sergio Tosi, un suo uomo di fiducia, “facendosi portavoce delle istanze del clan nei confronti del Sindaco”.

Gli altri interrogatori

Ieri, invece, sono stati ascoltati i principali indagati, sottoposti a misura carceraria. Luigi Antonio Maraschio, 54 anni, di Maglie ha risposto al giudice, respingendo l’accusa di associazione mafiosa, contestata dalla Procura. Oggi, il gip Sergio Tosi ha disposto l’annullamento della misura cautelare, su istanza degli avvocati Giuseppe Presicce e Giovanni Montagna.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Giuseppe Amato, 63 anni di Scorrano, il boss conosciuto come ‘Padreterno’, secondo gli inquirenti, a capo del clan sgominato con ben trenta arresti. I suoi “ragazzi”, erano diretti dal figlio Francesco, detto “Checco”, 28 anni, di Scorrano e Salvatore Maraschio, detto “Toto”, 25enne di Maglie. Entrambi hanno fatto “scena muta” dinanzi al giudice. Il secondo ha però rilasciato spontanee dichiarazioni.

Secondo l’accusa, toccava a loro due impartire gli ordini, a decidere quanta droga doveva essere comprata ed a che prezzo doveva essere rivenduta.

Ed erano pronti a tutto, come dimostrano le spedizioni punitive contro chi aveva dei debiti o minacciava il loro dominio. La rappresaglia contro Simone Paiano, intenzionato a prendersi la piazza di Maglie, si è conclusa con l’omicidio di Mattia Capocelli (altro elemento di spicco del gruppo), ucciso dal 25enne con un colpo di pistola alla gola, sparato a bruciapelo.