Operazione Twilight: annullate dal Riesame quattro ordinanze. In tre lasciano il carcere


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Il collegio presieduto dal giudice Maria Pia Verderosa (a latere Antonio Gatto e Anna Paola Capano) hanno accolto l'istanza avanzata dagli avvocati difensori. Questi sostengono anzitutto l'insussistenza del reato di associazione mafiosa, la mancanza di "valutazione autonoma" da parte del pm e del gip e di "attualità" delle misure cautelari.Mario Lagonigro, 70 anni, di Lecce, avvocati Federica Conte e Giorgio Giannaccari; Luigi Sparapane, 58 anni, nato a Soleto e residente a Galatina, difeso dal legale Antonio Savoia e Gianfranco Pati, assistito dall'avvocato Pantaleo Cannoletta sono stati scarcerati. Alessandro Fago, 45enne di San Pietro Vernotico assistito dall'avvocato Ladislao Massari, invece, è stato ristretto ai domiciliari, poiché già detenuto per altra causa.
 
Nei prossimi giorni, il Riesame valuterà le posizioni degli altri indagati che hanno impugnato, tramite i propri legali, l'ordinanza del gip Cinzia Vergine.
 
Sono 23 gli arrestati (complessivamente risultano indagate 82 persone) e rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di: associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa finalizzata a truffe e riciclaggio, usura aggravata, sfruttamento della prostituzione, sostituzione di persona, detenzione e spaccio, ricettazione, falso materiale.
 
I provvedimenti cautelari eseguiti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce traggono origine da un’altra importante e analoga attività d’indagine, denominata Shylock, che ha accertato l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso, operante nella provincia di Lecce, dedita all’usura, alle estorsioni e al riciclaggio. È proprio dalle denunce presentate da un imprenditore vittima di usura e dalle dichiarazioni rese da Alfredo Scardicchio, il quale decise di collaborare dopo il suo arresto, che nel 2011 prende corpo un altro filone d’indagine.
 
In particolare, le sue dichiarazioni hanno disvelato le prime prove dell’esistenza di un gruppo mafioso, ricollegabile ai fratelli Persano e a loro cugino Oronzo Persano (già condannato per 416 bis), attivo, tra l’altro, in materia di usura ed abusivo esercizio di attività finanziaria. Con le prime dichiarazioni di Scardicchio, si sono accertate le identità delle vittime dell’usura che, con le loro dichiarazioni (20 denuncianti hanno contribuito a scoprire il panorama criminoso e le connivenze anche di 6 funzionari di banca), hanno contribuito a individuare un’analoga corporazione mafiosa facente capo alla famiglia Caroppo, nome storico legato alla SCU e al clan denominato “Nisi – Caroppo”. A tali dichiarazioni hanno fatto da riscontro attività tecniche e accertamenti patrimoniali presso le banche dati e gli istituti di credito, nonché innumerevoli servizi di osservazione e pedinamento. Nel corso dell’indagine è emersa, inoltre, una frangia di tutto rilievo nel panorama leccese della SCU e cioè quella legata a Pasquale Briganti detto Maurizio (già condannato per 416 bis) e Luigi Sparapane (operante su Galatina), entrambi storici esponenti della criminalità organizzata.
 
Il Nucleo investigativo ha eseguito anche i sequestri preventivi
inerenti: 36 immobili (appartamenti, villette residenziali e terreni); 4 attività commerciali; 1 autovettura; 2 società a responsabilità limitata; 2 imprese individuali, circa 30 rapporti bancari per un valore, approssimato per difetto, di circa 10 milioni di euro.