Deve difendersi dall'accusa di aver molestato una sua alunna dodicenne. Un professore di San Cesario sarà così giudicato con il rito abbreviato "condizionato". Nella prossima udienza fissata per il 20 maggio, infatti, il gup Vincenzo Brancato darà l'incarico al consulente tecnico, Riccardo Ramirez, per la trascrizione audio della registrazione in cui la ragazza riferisce agli inquirenti gli abusi subiti. L'imputato, un insegnante 62enne, risponde dei reati di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti verso fanciulli ed è difeso dall'avvocato Mario Ingrosso. Lui, ad ogni modo, ha sempre respinto le accuse, ritenendole frutto della fantasia di una ragazzina. La giovane invece si è costituita parte civile con l'avvocato Anna Grazia Maraschio.
L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Roberta Licci, prese avvio dalla denuncia dei genitori della presunta vittima. Vennero eseguiti gli opportuni accertamenti dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce e disposto l'incidente probatorio. L'esito dello stesso fu ritenuto attendibile grazie alla relazione redatta dalla psicologa che seguì la giovane durante l'ascolto protetto in aula. Dalle indagini, inoltre, emerse che in alcune occasioni (tra i corridoi o in biblioteca) e fino al gennaio di due anni fa, il professore l'avrebbe palpeggiata al seno, alle natiche ed alle parti intime. Inoltre – sempre secondo l’accusa – l'avrebbe messa in ridicolo innanzi ai suoi compagni di classe. Avrebbe proferito frasi del tipo "A quando una botta e via" e "tu mi provochi" ("accusandola" di vestirsi in maniera troppo succinta) e, con riferimento alla ragazzina, si sarebbe espresso favorevolmente sulla "legalizzazione" delle baby squillo.
Questa sfilza di comportamenti equivoci avrebbe contribuito a creare una fama poco lusinghiera tra i suoi coetanei.
Naturalmente la ragazza, che all'epoca aveva soltanto dodici anni, viveva con disagio questa situazione; pare fosse spesso soggetta a crisi d'ansia e attacchi di panico.